Molte fedi, Giovanni Bachelet ricorda il padre Vittorio, ucciso dalle Brigate Rosse

Vittorio Bachelet in una foto d'archivio Sir

Cala il sipario sulla sezione di Molte Fedi dedicata al ritratto di figure del secolo scorso che hanno lottato per il bene comune. Lunedì 18 ottobre alle 20.30 sui canali streaming della rassegna a prendere la scena sarà il ritratto di Vittorio Bachelet, giurista e politico italiano, ucciso dalle Brigate Rosse il 12 febbraio 1980. Il suo ricordo e la sua estrema attualità saranno offerti dal figlio Giovanni, fisico e politico, e da Rosy Bindi, assistente del professor Bachelet alla fine degli anni Settanta e che era con lui all’Università della Sapienza quando viene assassinato dalle Brigate Rosse.   

«Bachelet aveva a cuore la realtà viva del Paese»

«La storia di Vittorio Bachelet è una vicenda dolorosa che coinvolge tutto l’intero ventennio che chiude il Novecento – afferma Daniele Rocchetti, presidente delle Acli provinciali di Bergamo -. Il grande merito che ebbe Bachelet fu quello di adeguare le istituzioni, che erano ancora in larga parte quelle forgiate dal fascismo, ai principi della Costituzione. Non solo. Era uno studioso che aveva a cuore la realtà viva del Paese, attento alla sua crescita. Un grande riformista, una delle menti più intelligenti e dei riformisti più acuti degli anni Settanta. Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio, e Rosy Bindi sono due testimoni che hanno vissuto il grande dolore della perdita e che ci restituiranno un focus preciso sul profilo altissimo del giurista e politico italiano, sul contesto storico degli anni di piombo, sull’eredità che Vittorio consegna a ciascuno di noi».  L’appuntamento sarà visibile solo online sulla pagina Facebook, sul canale Youtube e sul sito della rassegna.

Partire dalle piante per cambiare modello di sviluppo

Il ruolo delle piante per uscire da un modello di sviluppo miope e irrazionale, la ritrovata armonia con gli esseri viventi, il grido di allarme per la terra in pericolo. Stefano Mancuso, botanico, docente di arboricoltura generale ed etologia vegetale all’Università di Firenze, fondatore e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, sarà ospite della rassegna culturale delle Acli di Bergamo perla prima volta martedì 19 ottobre alle 20.45 presso l’auditorium del Seminario vescovile Giovanni XXIII.  

«Da anni, attraverso i suoi scritti e il suo lavoro, Mancuso dà voce alle piante, mettendoci in guardia e avvertendoci della sofferenza della Terra – dichiara Daniele Rocchetti, ideatore della rassegna -. Nel 2019 lessi con interesse La nazione delle piante, un libro illuminante che invitava il lettore a conoscere un paese di cui sappiamo poco eppure così vicino a noi, così esemplare nella sua costituzione da servire da modello all’umanità: quello vegetale.»

Una Carta dei diritti delle piante in otto articoli

«Stilava una Carta dei diritti delle piante, i cui otto articoli dovrebbero funzionare come bussola per ogni vivente. Insomma Mancuso ha contribuito a creare una sensibilità divergente e necessaria per salvaguardare il nostro pianeta in piena sintonia con la Laudato si’. La questione ambientale e climatica sono, alla fine, questioni sociali. La serata di martedì sarà dunque un intreccio intrigante di questioni ecologiche, sociali, e politiche. A partire da un punto di vista interessante quale può essere quello di un botanico». 

Sono ancora disponibili posti per l’evento, che sarà live streaming sui canali della rassegna (Facebook, Youtube, www.moltefedi.it). Le prenotazioni del biglietto della serata sono disponibili su www.moltefedi.it.