Due anni di pandemia hanno trasformato la società, il mondo, la vita delle comunità, quindi anche la comunicazione.
Parte da qui l’incontro “Puntare in alto. Chiesa e comunicazione dopo la pandemia. Il coraggio di scommettere sulla speranza” promosso da santalessandro.org con L’Eco di Bergamo e la diocesi.
L’incontro si inserisce nel programma formativo degli enti culturali della nostra diocesi, coordinati dall’Ufficio cultura e dall’Ufficio comunicazioni sociali.
L’appuntamento è fissato per sabato 6 novembre alle 10 in Sala Piatti (prenotazioni seguendo il pulsante in fondo al pezzo, ingresso con green pass secondo le norme vigenti).
La pandemia ha modificato valori, comportamenti, attitudini
Sono trascorsi quasi due anni dall’inizio della pandemia, un’emergenza che ha coinvolto la società in tutte le sue dimensioni: sanitaria, economica e umana, contribuendo a modificare valori, comportamenti, attitudini.
Sono cambiati gli equilibri tra persone, gruppi, diversi Paesi del mondo.
Anche il mondo della comunicazione è stato messo duramente alla prova dall’incertezza e dalla precarietà della situazione: è aumentata la circolazione di “fake news”, ma soprattutto è cambiato il modo di informarsi delle persone.
Nel pieno della crisi il 30 per cento ha aumentato il tempo dedicato all’informazione, poi questa percentuale è drasticamente scesa, tornando in molti casi ai livelli pre-pandemici.
Anche ai comunicatori, quindi, ad ogni livello, è richiesto “uno scatto” in più, un lavoro di ricostruzione personale, un’aggiornamento delle competenze, una nuova capacità di adattamento alle trasformazioni in atto.
Chiesa e comunicazione
La comunicazione nel “post-pandemia” non si appoggia più tanto sulla conquista della “visibilità” quanto sulla capacità di creare relazioni, di alimentare rapporti di fiducia.
In particolare la “comunicazione di comunità” quella che riguarda il mondo ecclesiale, è chiamata a mettere a punto gli strumenti più adatti per accompagnare la rinascita e una nuova partenza. In questa chiave nel nostro incontro chiediamo a Vincenzo Corrado, giornalista e direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della Cei e ad Assunta Corbo, giornalista, saggista, formatrice e tra i fondatori del Constructive network come sia possibile compiere scelte “di valore”, sul piano dell’etica e della qualità dell’informazione di fronte alla moltiplicazione delle fonti e delle fake news.
Oltre la logica della radicalizzazione dei conflitti
Ci chiediamo anche come sia possibile affrancarsi dalla logica della radicalizzazione dei conflitti, che spesso i media “mainstream” finiscono per alimentare.
La moderazione è affidata ad Alberto Ceresoli, direttore de “L’Eco di Bergamo”, che potrà presentare, fra l’altro, l’esperienza particolarmente drammatica e significativa vissuta dal quotidiano nel periodo più critico della pandemia, durante la prima ondata, e le trasformazioni avvenute successivamente nella percezione della crisi e della “ripresa”.
N.B. In conformità con le normative vigenti per accedere al convegno sarà necessario esibire il Green Pass.