Bergamo Festival: Emilio Isgrò racconta “Quel che resta di Dio”

Un incontro per riflettere sulle parole e i simboli del sacro mettendoli in rapporto con la contemporaneità e con “Quel che resta di Dio” nel secolo della secolarizzazione e della tecnocrazia.

È l’appuntamento proposto da Bergamo Festival per giovedì 4 novembre alle 18,45 al Centro Congressi Giovanni XXIII. Ospite d’onore sarà Emilio Isgrò, che dialogherà con Corrado Benigni, Presidente di Bergamo Festival, e Giuliano Zanchi, Direttore Scientifico della Fondazione Adriano Bernareggi. Ingresso gratuito (con green pass) previa prenotazione sulla piattaforma Eventbrite.

Le cancellature di Emilio Isgrò e il valore delle parole


Artista concettuale e pittore – ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista – Emilio Isgrò è
uno dei nomi dell’arte italiana più conosciuti a livello internazionale. Le sue «cancellature» – realizzate su libri ed enciclopedie, sulle cui pagine rimangono leggibili solo alcuni termini guida – hanno sollevato una questione che va oltre il mondo dell’arte e della letteratura: quale efficacia espressiva ha la parola umana, in una società in cui predomina la comunicazione virtuale?

Cancellare non vuol dire distruggere, ma sottolineare le oscillazioni della parola tra essere e non essere, in un continuo mutamento che il mondo globalizzato sembra voler dimenticare. Indagare «Quel che resta di Dio» – come recita il titolo di una raccolta di poesie dell’artista siciliano (Guanda, 2019) – significa per prima cosa riflettere sulle effettive possibilità di nominarLo, ancora, nell’epoca presente.

Frammenti d’arte del segno e poesia visiva

Nato nel 1937 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, Emilio Isgrò è figura pressoché unica nel panorama dell’arte contemporanea nazionale e internazionale. È noto per aver fondato un nuovo linguaggio di grande originalità e trasparenza con le sue celebri cancellature e i suoi interventi su testi in varie lingue e diversi supporti, caratterizzato dal coprire con un segno la quasi totalità delle parole per far emergere frasi e piccoli frammenti, tra «arte generale del segno» e «poesia visiva».
Dal 1956 a oggi vive e lavora a Milano. L’incontro è promosso da Bergamo Festival in collaborazione con il Festival della Pace di Brescia e segna l’inizio di una partnership tra le due manifestazioni in vista di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023.

Bergamo e Brescia Capitali della Cultura: una collaborazione


«L’appuntamento con il Maestro Isgrò, da sempre legato artisticamente e umanamente alle due città, rappresenta l’inizio di una più ampia collaborazione con il Festival della Pace di Brescia – dichiara Corrado Benigni, Presidente di Bergamo Festival. Entrambe le manifestazioni condividono le stesse finalità e sono animate da intenti comuni: l’approfondimento del valore della pace, che è uno dei nodi nevralgici del nostro tempo e l’attenzione posta alle questioni più attuali e urgenti del dibattito civile. Bergamo Festival è pronto a dare il proprio contributo in vista di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 ed è per questo motivo che ha risposto con entusiasmo all’invito di creare una rete di collaborazioni tra le istituzioni culturali che operano nei rispettivi territori».
Roberto Cammarata, Presidente del Consiglio Comunale di Brescia dichiara: «Il Festival della
Pace di Brescia, giunto alla sua quarta edizione, prosegue nel percorso volto ad indagare il rapporto tra arte contemporanea, potere, libertà e pace, inaugurato due anni fa con l’eccezionale mostra delle opere dal carcere di Zehra Dogan e che quest’anno proseguirà con l’esposizione dei lavori dell’artista dissidente cinese Badiucao, già oggetto di grande attenzione presso l’opinione pubblica nazionale e internazionale. In questo contesto si inserisce l’incontro bergamasco con Emilio Isgrò – già autore di una straordinaria opera presso una stazione della metropolitana di Brescia raffigurante la nostra Vittoria alata – che ci porterà a riflettere sulla relazione tra arte e divinità oggi. Un bellissimo modo per dare inizio alla nuova collaborazione tra Festival della Pace di Brescia e Bergamo Festival e per aprire il percorso che porterà le nostre città ad essere Capitale italiana della cultura nel 2023».