Don Agostino Vismara era dotato di una personalità molto forte e concreta, con una spiccata sensibilità sociale, culturale e politica. Una vita molto intensa, segnata anche da carcere, sofferenze e incomprensioni. Di lui il parroco delle Grazie monsignor Marco Farina disse: «Si fa prima a dire ciò che non ha fatto rispetto a quello che ha fatto».
È quanto emerge nella biografia, fresca di stampa, «Don Agostino Vismara. “Noi abbiamo sofferto”» di Barbara Curtarelli (22° volume della collana «Studi e memorie del Seminario di Bergamo»), presentata in anteprima nei giorni scorsi nel teatro Alle Grazie.
Il sottotitolo «Noi abbiamo sofferto» fu una frase da lui pronunciata al ritorno dalla prigionia a Dachau. Fra i presenti c’erano il vicario generale monsignor Davide Pelucchi, il deputato Giovanni Sanga e l’assessore comunale Marco Brembilla.
Quella di monsignor Vismara, nato a Spirano il 3 marzo 1890, fu davvero una vita intensa di esperienze e impegno: soldato di sanità, coadiutore parrocchiale di Mornico al Serio, economo e vicerettore del Collegio di Clusone e dell’istituto Alighieri di Bergamo, direttore dell’Opera Bonomelli, che allora era impegnata nell’assistenza degli emigranti bergamaschi, carica da cui fu destituito dai fascisti.
Don Vismara: una vita di opere missionarie, pellegrinaggi, scuola
Quindi impegni in opere missionarie, pellegrinaggi, scuola. Durante l’occupazione tedesca aiuta perseguitati e antifascisti. Per questi motivi viene arrestato nel 1943 e trasferito nelle carceri di San Vittore, Verona, Bolzano e infine deportato a Mathausen e a Dachau. Liberato nel 1945, torna agli impegni precedenti e a nuovi in ambito sociale. Nel 1946 è consigliere comunale per la Dc e collabora per la costruzione della nuova sede dell’Albergo dei poveri. Si spegne il 27 agosto 1967.
«La parrocchia delle Grazie con i suoi parroci è stata centrale nella sua vita — ha ricordato il parroco monsignor Valentino Ottolini aprendo l’incontro —. La riscoperta della sua figura getta luce su una pagina dimenticata di storia».
È seguito l’intervento dello storico monsignor Goffredo Zanchi. «Il ricco vissuto di monsignor Vismara ha visto eventi fondamentali nel cosiddetto “secolo breve”: periodo giolittiano, prima maturità del movimento cattolico, guerre mondiali, fascismo e nazismo.
Faceva parte di una cerchia di sacerdoti molto sensibili al sociale ed è stato un prete anticipatore, per esempio nel campo dell’ecumenismo. Con la sua opera, ha ispirato il cammino della nostra diocesi».
L’impegno nelle comunicazioni sociali e la spiritualità
«Monsignor Vismara fu un protagonista in ogni campo — ha affermato l’autrice nel suo intervento — e “un sacerdote atipico”, aperto al dialogo e capace di collaborare anche con persone non cattoliche, pur rimanendo fermo sui principi. Era naturalmente portato verso le masse dei lavoratori e degli oppressi. Inoltre aveva maturato uno spirito europeista, caratteristica rara nell’epoca, ed era convinto della necessità della collaborazione fra i popoli, del disarmo e di una autorità sovranazionale».
Curtarelli ha poi ricordato l’impegno nel giornalismo a L’Eco di Bergamo e a «La Domenica del popolo», la profonda spiritualità, la condivisione del metodo didattico Montessori, allora guardato con sospetto dai cattolici e la politica nelle file della Democrazia cristiana in Comune. «Per lui l’Italia aveva bisogno di persone con esperienza. Purtroppo lo spirito contrario a De Gasperi, le logiche partitiche e le accuse malevole infondate gli causarono amarezze e il suo accantonamento».
In memoria di monsignor Vismara, lunedì 8 novembre, nella chiesa delle Grazie, sarà celebrata una Messa presieduta dal vicario generale monsignor Pelucchi.
Qui il video dell’incontro a cura di Giuseppe Bonfanti: