Parte la scuola «We Care»: attenti ai bisogni delle persone e alla cura del creato

La scuola «We Care» riapre i battenti e lo fa per mezzo di un ciclo di incontri, in collaborazione con le realtà giovanili della città di Bergamo.

Quattro gli appuntamenti, che si svolgeranno alle ore 18, presso la Fondazione Serughetti La Porta (viale Papa Giovanni XXIII n. 30) e che affronteranno tre macro-temi di grande attualità, riletti alla luce della Costituzione italiana.

«Salvo qualche evento online, la scuola è stata ferma per un anno intero – racconta Laura Cicirata, fra gli organizzatori dell’iniziativa –. A settembre ci siamo confrontati su come ripartire e ci siamo detti che sarebbe stato bello innovare le modalità di coinvolgimento, attraverso forme diverse, più dialoganti, in modo da suscitare un dibattito vivace e sincero, senza comunque perdere i nostri valori di riferimento, ovvero la Costituzione, la partecipazione democratica e la cittadinanza attiva. Abbiamo dunque scelto di dar vita a una cooperazione con le realtà giovanili attive sul nostro territorio cittadino, soprattutto con quelle che si occupano di temi che ci stanno a cuore, come quelli riguardanti la questione di genere, il razzismo sistemico e il problema ambientale. Ci sono venuti in mente il gruppo universitario Students for Equality, il movimento Black Lives Matter e i ragazzi di Fridays For Future».

La collaborazione con i ragazzi di Fridays For Future

Saranno proprio quest’ultimi, giovedì 4 novembre, a inaugurare la serie di incontri. Il titolo della prima serata sarà «L’emergenza climatica e la Costituzione: potere, cittadini e natura», in cui gli esponenti del movimento che si ispira a Greta Thunberg dialogheranno con il professor Quirino Camerlengo, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi di Pavia.

«Il problema del cambiamento climatico è un tema ampio e complesso che non potrà certo essere esaurito in una sola serata – spiega Francesco Perini di Fridays For Future –, ma è sicuramente un argomento che deve essere discusso oggi più che mai, dato che le temperature sono già oltre il grado e mezzo stabilito dagli accordi di Parigi del 2015. Penso sia funzionale, inoltre, affrontare questo tema con un occhio alla Costituzione. In essa, a causa del periodo storico in cui è stata scritta, non vi si trovano parti riguardanti il clima, ma nell’articolo 3 si parla del pieno sviluppo della persona umana e del fatto che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che la impediscono. Tutto ciò ha a che fare con come noi intendiamo il futuro e, in un certo senso, anche con l’ambiente in cui viviamo. Del resto, come Fridays For Future da sempre fa notare, lo sviluppo a tuttotondo dei cittadini non può prescindere dalla casa che essi abitano, ovvero il pianeta Terra. L’attuale emissione di gas climalteranti, però, mette a rischio la sopravvivenza stessa delle persone e del mondo per come lo conosciamo oggi. Anche l’enciclica “Laudato si’” sottolinea come il riscaldamento globale non sia solo una questione di alberi e animali, se così si può dire, bensì una questione socioeconomica di diritti negati e di gente che vive nella povertà e nella disuguaglianza. Con questo incontro, da una parte, desideriamo dare, ai partecipanti, la chiave di lettura adatta per capire, a livello scientifico e legale, i provvedimenti che dovrebbero essere messi in atto per contrastare la crisi climatica e, dall’altra, vogliamo far comprendere come la risposta a questo problema non sia solo la mitigazione e la diminuzione dei gas serra, ma anche un inevitabile adattamento a un fenomeno che è ormai assodato. Gli strumenti tecnologici e scientifici, per arrivare agli obiettivi di sostenibilità, già ci sono. Purtroppo, manca la volontà politica di mettere in atto un cambiamento veritiero; un cambiamento che, come direbbe il Papa, non deve però farsi pretesto per lasciare indietro, ancora una volta, gli ultimi della terra, ma deve mutare in soluzione autentica».

A caccia di un equilibrio tra la legge e spinte “dal basso”

Una soluzione, secondo il professor Quirino Camerlengo che deve trovare un equilibrio fra la legge e spinte “dal basso”: «Nonostante i vincoli costituzionali, ai legislatori nazionali spettano significativi margini di manovra. Ciò, però, potrebbe alimentare il rischio che, in una difficile opera di bilanciamento con altri beni costituzionalmente rilevanti, la tutela dell’ambiente finisca col perdere molte delle sue potenzialità, a vantaggio di interessi variegati come quelli di matrice economica. Anche la partecipazione popolare potrebbe essere di stimolo all’attivazione di processi decisionali orientati alla cura dell’ambiente. Così come lo strumento referendario potrebbe essere un valido mezzo per inibire scelte sbagliate. Tuttavia, la sola partecipazione “dal basso”, se non trova nelle istituzioni un interlocutore disposto ad ascoltare, rischia di rimanere schiacciata sotto il peso di interessi decisamente più forti, quali quelli legati all’economia e alla finanza. A mio avviso, il potere (quel potere che si esprime innanzitutto attraverso la legge) dovrebbe fondarsi non più sulla sovranità popolare, ma sulla natura stessa, così da contrastare, sin dalle fondamenta di legittimazione del potere stesso, l’appetito predatorio dell’uomo. Solo ripensando radicalmente le basi giustificative del potere sarà possibile ripristinare un corretto legame ed equilibrio tra le leggi naturali e le leggi sociali. Un potere senza umanità è un potere senza futuro».

Attenti ai bisogni delle persone e alla cura del creato

Anche il secondo incontro (prima metà di dicembre) verterà sul problema del cambiamento climatico e ospiterà l’urbanista Elena Granata (Politecnico di Milano), mentre il terzo si svolgerà a metà gennaio e vedrà la partecipazione della professoressa Anna Lorenzetti (Università di Bergamo), che parlerà della questione di genere coi ragazzi di Students For Equality. L’ultimo appuntamento, con al centro il tema del razzismo, si svolgerà invece a febbraio. L’ingresso sarà libero fino a esaurimento posti. All’entrata, sarà necessario esibire il Green Pass.

«I temi che abbiamo scelto ci sembrano interessanti, anche perché molto sentiti dai ragazzi – spiega Laura Cicirata –. Quel che più ci preme è proprio sollecitare la partecipazione dei giovani, affinché un domani possano diventare cittadini responsabili, ma, soprattutto, uomini attenti ai bisogni delle persone e alla cura del creato».