La sfida di una bimba: mettere un bottone nell’asola. Imparare ad attendere per scoprire il valore della fiducia

Debutta oggi nella squadra degli autori della rubrica “Sguardi” suor Graziella Cornolti, Segretaria generale delle Orsoline di Gandino. La sua è una congregazione presente in molte parti del mondo, che concentra il raggio d’azione soprattutto in ambito educativo. Suor Graziella si occupa di comunicazione, curando la rivista delle Orsoline, ma anche di accoglienza dei bambini delle scuole. Ed è proprio questa l’esperienza che racconta nel suo articolo di oggi. Una scena di vita quotidiana in una scuola dell’infanzia paritaria della nostra diocesi.

Da alcuni giorni, mentre svolgo il mio servizio di accoglienza alla scuola dell’infanzia, sono attirata dal modo in cui una mamma prepara la sua bambina, prima di affidarla alle insegnanti.

Rispettando puntualmente le regole per l’ingresso a scuola, in questo tempo di emergenza sanitaria, i bambini accompagnati dai loro genitori fino agli spogliatoi, sono aiutati a cambiare le scarpe e ad indossare il grembiulino.

Genitori e bimbi a scuola: la giornata inizia negli spogliatoi

La mia posizione (tra il corridoio e gli spogliatoi) mi consente di osservare le diverse modalità messe in atto dagli accompagnatori: alcuni, dopo aver preparato il bambino, si concedono ancora dei minuti per un saluto carico di affetto e, a volte di promesse, per rendere più facile il distacco, altri entrano di corsa, in fretta aiutano il proprio figlio ad indossare quanto richiesto e me lo affidano…

La mamma di Adele, invece, entra con calma e con calma attende che faccia da sola. È vero che, ormai, le giacche con le cerniere lampo e le scarpe senza stringhe facilitano l’autonomia del bambino, ma il grembiulino con i bottoni qualche problema lo può dare, e non sempre le asole si aprono facilmente…

Essere capaci di aspettare fino alla fine

Qualche volta l’operazione appare più difficile del solito e allora il tempo si allunga… Istintivamente verrebbe il desiderio aiutare Adele nella sua impresa prima che si inquieti e si scoraggi. Invece no. La mamma attende fino alla fine.

Questo loro modo di fare mi sorprende… Mi chiedo come possano riuscire a mantenere la calma entrambe…

Nei loro sguardi colgo una risposta convincente: è la fiducia reciproca che da alla madre la pazienza di aspettare e alla figlia la tenacia di perseverare fino all’ultimo bottone! La fiducia: necessario “ingrediente” per ogni azione educativa.

La fiducia, ingrediente necessario in ogni azione educativa

Ringrazio il Signore perché, anche attraverso questi semplici incontri, mi aiuta ad apprezzare sempre più il dono della mia vocazione di suora Orsolina educatrice e a riconoscere la preziosità della missione educativa. 

Educare, prendersi cura della crescita dell’altro secondo il progetto di Dio è il dono carismatico che condivido con altre sorelle, un dono che cresce e si diffonde ogni giorno, nella misura in cui pongo attenzione alla vita, nei suoi piccoli particolari.

L’esempio di questa mamma e della sua bambina mi ricordano che prendersi cura dell’altro è dargli fiducia, saper aspettare, rispettare i suoi tempi e non cedere alla tentazione di sostituirsi a lui.

Mi torna alla mente l’augurio che ricevetti anni fa da un sacerdote, al termine di una giornata di ritiro: “La Parola di Dio, quella che scende dall’alto e quella che sale dal basso (la storia) sia la tua guida, sempre”.

Adele e la sua tenacia fanno parte di questa umile ma eloquente Parola che incrocia la mia storia quotidiana.