Il Beato don Luigi Maria Palazzolo sarà iscritto nell’albo dei Santi il 15 maggio

Il Beato don Luigi Maria Palazzolo, fondatore della Congregazione delle suore delle Poverelle, sarà iscritto nell’albo dei Santi domenica 15 maggio del prossimo anno. È stato annunciato ieri con un comunicato della Congregazione vaticana per le cause dei santi. Il rito di canonizzazione, insieme ad altri sei Beati, sarà presieduto da Papa Francesco e si terrà in piazza San Pietro, oppure in basilica. La canonizzazione del Beato Palazzolo era stata decisa dal Papa Francesco durante il concistoro del 3 maggio scorso, ma la data non era stata stabilita a causa delle
restrizioni legate alla pandemia.

«La nostra gioia è davvero immensa — sottolinea madre Marilina Monzani, bergamasca di Filago, superiora generale della Congregazione delle suore delle Poverelle, dopo aver appreso la data della canonizzazione —. Il Beato Palazzolo è stato un gigante della carità perché prima di tutto è stato un grande e santo prete bergamasco. Proprio per questa caratteristica la sua opera caritativa ha raggiunto i più poveri e dimenticati della società. E noi religiose camminiamo sulle sue orme».

La decisione della canonizzazione è giunta dopo il riconoscimento della guarigione, scientificamente inspiegabile, di suor Gianmarisa Perani, dimessa dall’ospedale in stato preagonico, ma poi guarita dopo aver invocato con fervore il Fondatore. L’iter del processo di canonizzazione è stato seguito dalla postulatrice suor Linadele Canclini.

«L’attesa della data era molto forte — racconta la religiosa —. Ero presente al concistoro a Roma nel maggio scorso. Mentre Papa Francesco parlava, ho percepito che stavo vivendo un grande momento di Chiesa, che onorava dei Santi che molto hanno fatto in favore del prossimo. Con la canonizzazione, la figura del Palazzolo sarà conosciuta a livello di Chiesa universale».

La notizia della data è stata accolta con intensa gioia in tutte le case delle Poverelle sparse in Italia, Africa (Congo, Costa d’Avorio, Malawi, Kenya, Burkina Faso) e America Latina (Brasile, Perù), dove le suore sono impegnate in parrocchie, ospedali, case di riposo, carceri e nei luoghi di povertà antiche ed emergenti. Le Poverelle sono attive dal 1977 anche nel carcere di via Gleno e in precedenza, nel 1926, anche in quello di Sant’Agata, stando accanto alle detenute.

Il Palazzolo nasce il 10 dicembre 1827 nella parrocchia cittadina di Sant’Alessandro in Colonna. Dopo l’ordinazione sacerdotale (23 giugno 1850) si dedica ai fanciulli poveri e orfani. Il 22 maggio 1869 avvia la Congregazione delle suore delle Poverelle con la venerabile suor Teresa Gabrieli. Dal 1875 in poi, l’opera si espande in altre diocesi. Le costituzioni dell’istituto sono approvate il 12 maggio 1886. Il 15 giugno successivo il Palazzolo si spegne. La sua morte fu un momento condiviso dall’intera diocesi. C’era già chi parlava della scomparsa di un santo. Fra loro c’era don Francesco Rebuzzini, parroco di Sotto il Monte, che lo disse al chierichetto Angelo Giuseppe Roncalli, che allora aveva 5 anni. Era il futuro San Papa Giovanni XXIII, che il 19 marzo 1963 iscrisse il Palazzolo nell’albo dei Beati. Sul cofondatore delle Poverelle è stata edita la biografia «Don Luigi Maria Palazzolo. testimone dell’amore di Dio tra i più poveri», scritta da monsignor Arturo Bellini, che presentando il libro afferma: «In nome del Vangelo, il Palazzolo si spogliò di tutto per
soccorrere i più rifiutati dalla società della sua epoca, come i ragazzi e gli orfani. Aveva una spiritualità coniugata con uno sguardo lucido sul suo tempo. Stava vicino ai poveri con un amore di “abbracciamento”».

  1. La comunicazione della data di canonizzazione del beato don Luigi Palazzolo è una grande gioia oltre che per la congrezazione delle Suore delle Poverelle anche per tutta la nostra diocesi.
    Credo che essa sia anche un riconoscimento ad una terra generosa che ha sempre offerto grandi esempi di carità evangelica e di risposta concreta ai bisogni della gente, in particolare i poveri.
    Pensiamo a don Bepo Vavassori, fondatore del Patronato, a don Fortunato Benzoni, fondatore della Comunità missionaria del Paradiso, a don Agostino Vismara, attento scrutatore del mutare della società e delle sue contraddizioni e insieme a loro, in tempi più recenti,a numerose figure, più o meno note, di donne e di uomini che hanno fatto della loro vita una risposta concreta a quel “servire la vita là dove la vita accade”.
    Custudiamo la memoria di queste belle testimonianze e coltiviamo il loro esempio perché questo patrimonio non vada perduto ma fiorisca in ulteriori manifestazioni di servizio ai poveri di oggi che continuano ad essere il volto di quel Cristo povero e crocifisso che don Luigi Palazzolo abbracciò con tutte le sue forze.

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