Papa Francesco: “Persino nel turbamento sei in grado di fare qualcosa. Scuoti la tua fede”

Roma, 7 ottobre 2021: Papa Francesco inaugura istituzione del ciclo di studi sulla “Cura della nostra Casa comune e tutela del Creato” e della Cattedra Unesco “On Futures of Education for Sustainability” - foto SIR/Marco Calvarese

“Nei momenti di difficoltà, siamo – come dice S. Agostino – come la barca nei momenti della tempesta: sveglia Cristo che dorme, tu sei nella tempesta ma lui è presente!”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, che oggi in Aula Paolo VI ha concluso il ciclo di catechesi dedicato alla Lettera di San Paolo ai Galati. Il Papa ha citato l’episodio evangelico della tempesta sul lago, nel commento di Sant’Agostino, che recita così: “La fede di Cristo nel tuo cuore è come Cristo nella barca. Ascolti insulti, ti affatichi, sei sconvolto, e Cristo dorme. Risveglia Cristo, scuoti la tua fede! Persino nel turbamento sei in grado di fare qualcosa. Scuoti la tua fede”.  “L’unica cosa che possiamo fare nei momenti brutti è svegliare Cristo, che è dentro di noi, come nella barca”, il commento di Francesco: “È proprio così. Dobbiamo risvegliare Cristo nel nostro cuore e solo allora potremo contemplare le cose con il suo sguardo, perché lui vede oltre la tempesta. Attraverso quel suo sguardo sereno, possiamo vedere un panorama che, da soli, non è neppure pensabile scorgere”. Al termine di questo itinerario di catechesi, mi pare che possa nascere in noi un duplice atteggiamento”, ha fatto notare il Papa:  “Da una parte, l’insegnamento dell’apostolo genera in noi entusiasmo; ci sentiamo spinti a seguire subito la via della libertà, a camminare secondo lo Spirito. Ci fa liberi”. “Dall’altra parte, siamo consapevoli dei nostri limiti, perché tocchiamo con mano ogni giorno quanto facciamo fatica ad essere docili allo Spirito, ad assecondare la sua benefica azione”, l’analisi di Francesco: “Allora può sopraggiungere la stanchezza che frena l’entusiasmo. Ci si sente scoraggiati, deboli, a volte emarginati rispetto allo stile di vita secondo la mentalità mondana. Sant’Agostino ci suggerisce come reagire in questa situazione”.

Noi cristiani non siamo gente che va indietro

Noi cristiani non siamo gente che va indietro, che torna indietro”. A citare, a braccio, questa “bella definizione” presente nella Scrittura è stato oggi il Papa. “Sempre la tentazione è di tornare indietro”, ha proseguito Francesco: “la tentazione è quella di andare indietro per essere più sicuro, di tornare soltanto alla legge, trascurando la vita nuova nello Spirito”. San Paolo, invece, “ci insegna che la vera legge è la vita dello Spirito che Gesù ci ha dato, e questa vita può essere vissuta soltanto nella libertà cristiana”.  

San Paolo, il ritratto del Papa, “è stato un vero teologo, che ha contemplato il mistero di Cristo e l’ha trasmesso con la sua intelligenza creativa. Ed è stato anche capace di esercitare la sua missione pastorale nei confronti di una comunità smarrita e confusa”. “ Lo ha fatto con metodi differenti: ha usato di volta in volta l’ironia, il rigore, la mansuetudine”, ha spiegato Francesco: “Ha rivendicato la propria autorità di apostolo, ma nello stesso tempo non ha nascosto le debolezze del suo carattere. Nel suo cuore la forza dello Spirito ha realmente scavato: l’incontro con Cristo Risorto ha conquistato e trasformato tutta la sua vita, e lui l’ha spesa interamente al servizio del Vangelo. Questo è Paolo”.

“Paolo non ha mai pensato a un cristianesimo dai tratti irenici, privo di mordente e di energia, al contrario”, ha puntualizzato il Papa: “Ha difeso la libertà portata da Cristo con una passione che fino ad oggi commuove, soprattutto se pensiamo alle sofferenze e alla solitudine che ha dovuto subire. Era convinto di avere ricevuto una chiamata a cui solo lui poteva rispondere; e ha voluto spiegare ai Galati che erano anch’essi chiamati a quella libertà, che li affrancava da ogni forma di schiavitù, perché li rendeva eredi della promessa antica e, in Cristo, figli di Dio”. “Consapevole dei rischi che questa concezione della libertà portava, non ha mai minimizzato le conseguenze”, ha sintetizzato Francesco: “Ha ribadito con parresia, cioè con coraggio, ai credenti che la libertà non equivale affatto a libertinaggio, né conduce a forme di presuntuosa autosufficienza. Al contrario, Paolo ha posto la libertà all’ombra dell’amore e ha stabilito il suo coerente esercizio nel servizio della carità. Tutta questa visione è stata posta nell’orizzonte della vita secondo lo Spirito Santo, che porta a compimento la Legge donata da Dio a Israele e impedisce di ricadere sotto la schiavitù del peccato”.