La sfida dell’integrazione in parrocchia: corso per operatori della pastorale migranti

Ha preso il via da due settimane – ma ci si può ancora iscrivere – l’ottava edizione del laboratorio formativo per gli operatori della pastorale migranti, organizzato da Fileo e dall’Ufficio migranti di Bergamo.

L’obiettivo è di indagare ruolo e funzioni dell’operatore della pastorale migratoria quale risorsa della comunità cristiana, per individuare e attivare risposte adeguate alla sfida pastorale rappresentata dai flussi migratori e dagli auspicati processi di integrazione interculturale.

Un cammino di potenziamento del processo migratorio

«Ci siamo chiesti quale fosse la formula più adatta per riuscire ad arrivare di più nelle parrocchie ed attivare coloro che, nel contesto parrocchiale e nelle proprie comunità locali di riferimento, possano intraprendere un cammino di potenziamento nei confronti del processo migratorio – spiega Giancarlo Domenghini dell’Ufficio migranti -. Un modo per acquisire e conoscere le proposte operative di Chiesa, non perché ce ne sentiamo detentori, ma portiamo l’esperienza dell’Ufficio migranti e in particolare della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dove le parole della Chiesa attraverso il messaggio del Papa provano ad attuarsi, ad accadere con le piccole esperienze che esistono in quei microcontesti. Capire dunque cosa si può fare con le parole chiave dell’essere cristiani».

Domenghini ha un’esperienza decennale in questo campo : ha iniziato ad operare nel 1990 e da allora il settore migrazione è diventato il suo campo di lavoro su più fronti. Un’esperienza «storica», che può essere dunque un punto di forza e una ricchezza rispetto a chi, su questo tema, parte invece da zero, visto che è il formatore del laboratorio.

Condividere un bagaglio di conoscenze acquisite sul campo

«I termini di pastorale migranti e della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato  non risuonano spesso nella vita di una parrocchia – prosegue Domenghini – : non esiste propriamente una realtà che sia espressione di un tema riguardante il dialogo interreligioso, la mobilità umana, se non per singola esperienza delle persone con una diversa sensibilità. Noi come Ufficio migranti vogliamo portare il bagaglio di conoscenza acquisito in queste tematiche».

Il primo modulo, che proseguirà per le giornate di sabato 20 e 27 novembre e 4 dicembre (dalle 9.00 alle 13.00) è incentrato sull’approfondimento della realtà della mobilità umana : « E’ una sorta di ‘quiz’ sulle varie sfaccettature della realtà migratoria, per scoprire che le nostre risposte giuste non sono molte, che rispetto al nuovo che l’immigrazione porta, la nostra capacità di risposta è inadeguata. Uno stimolo da cui partire per rimettersi in gioco. Inoltre verranno esplorati gli aspetti della migrazione dal punto di vista storico, statistico e così via.

Un fenomeno che esiste da sempre, da affrontare in modo positivo

La migrazione è inevitabile : è un fenomeno esistente da sempre, e verso il quale si deve provare ad avere un atteggiamento positivo.

Concluderemo il primo modulo con un allestimento luminoso all’Abbazia di San Paolo D’Argon (luogo del laboratorio, ndr) : le luci di Natale saranno le stelle, allineate secondo alcune costellazioni, rotte migratorie di coloro che partecipano al corso».

Per ora 18 i partecipanti iscritti, di diversa nazionalità, alcuni che hanno a che fare con la comunità cattolica di altra madrelingua, altri che come operatori dell’accoglienza vogliono qualificare il loro percorso formativo, qualcuno proveniente dalle parrocchie, tra cui don Flavio Gritti appena rientrato dalla Svizzera dopo dodici anni come prete tra i migranti. Vi è ancora la possibilità di iscriversi e partecipare ai prossimi incontri, scrivendo una mail a : animazionemigranti@curia.bergamo.it. Il secondo modulo di questo percorso partirà invece a febbraio 2022.