Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. In equilibrio tra fragilità e fiducia

Era lo scritto di una persona molto arrabbiata e infelice. Mi sono chiesto chi fosse, avrei voluto poterlo raggiungere attraverso il suo messaggio e confortarlo, mostrargli il pesce che abbonda in ogni Vestibolo, le distese di frutti di mare che aspettano soltanto di essere raccolte. Mostrargli come soltanto con un po’ di lungimiranza non avrebbe avuto mai bisogno di soffrire la fare, come la Casa protegga e mantenga i suoi Figli.

S. Clarke, Piranesi

Leggendo queste righe sono rimasto colpito dalla profondità di questo sentimento di fiducia. Il protagonista di questo romanzo vive nella Casa, non può uscire. È un edificio enorme, infinito forse, lì dentro trova tutto ciò che gli occorre per vivere. Non solo cibo e calore, ma anche un senso di cura più intima. La casa, infatti, è ricca di statue che rappresentano professioni, animali, gesta, emozioni. Il personaggio personifica la Casa, qui vive solo e da essa trae la compagnia e la relazione per stare bene.

Quella frase di Bosso: è la musica che mi ha scelto

Mi viene alla mente l’intervista al maestro Ezio Bosso fatta nella trasmissione I Dieci Comandamenti: «Quando riguardo la mia vita penso che, più che io scegliere la musica, è la musica che mi ha scelto perché ne avevo più bisogno degli altri. Le cose succedono sempre così. Ci sono degli aiuti che ti arrivano e non lo sai.»

Il maestro Bosso racconta la sua vita a partire della sua malattia e dall’opportunità che questa condizione gli ha aperto. Penso che anche le parole scritte da Clarke nascano dalla percezione di precarietà della condizione umana. Creatura in balia dei grandi cambiamenti climatici, delle circostanze sociali e culturali, degli imprevisti di ogni quotidianità che ha bisogno di sentirsi protetta e accudita.

La critica di molti alla fede è che proprio su questa fragilità nasce la narrazione di un Dio che tutto può e di tutti si ricorda. Io credo che la fede non sia la risposta per un’umanità fragile e bisognosa, ma che sia domanda che trova nell’umanità una risposta sublime.