Romano, autoritratti di artisti contemporanei bergamaschi in mostra con «Il racconto di sé»

Nulla come un autoritratto ci permette di cogliere l’essenza, lo stile e l’immagine che l’artista ha di sé.

Per secoli, ritrarre il proprio volto, per un artista, ha significato una sfida, un tributo, un messaggio o una dichiarazione d’amore o di conflitto con se stesso. È da questa tipologia di rappresentazione prende forma la mostra «Il racconto di sé. Autoritratti di artisti contemporanei bergamaschi nella collezione Bresciani», realizzata dal Museo di Arte e Cultura Sacra e inaugurata lo scorso sabato nella Chiesa della Grotta a Romano di Lombardia.

Raccolta di 27 autoritratti di artisti contemporanei dipinti su tondi

In questa iniziativa, entusiaste sono state le parole del vicesindaco di Romano di Lombardia, Alberto Beretta che dice: «due punti di riflessione: il primo sono i complimenti a don Tarcisio e al Macs per il lavoro che ha fatto in questa città, ormai da anni, è una realtà consolidata con iniziative sempre patrocinate e spaziate a 360 gradi sul panorama dell’arte e della cultura sacra e non solo e la seconda, grazie per la collaborazione con le varie associazioni della città, spesso molto importante».

L’esposizione «Il racconto di sé» è una raccolta di ventisette autoritratti dipinti su tondi ad opera di artisti contemporanei bergamaschi nati tra il secondo decennio e il settimo decennio del Novecento, mostrando uno “spaccato” di storia dell’arte contemporanea bergamasca.

Un’idea nata da una singolare collezione privata


L’idea di questa mostra ha origine, racconta monsignor Tarcisio Tironi, Direttore del Macs di Romano, «qualche tempo fa, quando Ignazio Bresciani (artista autodidatta di Petosino e appassionato di arte) e Bruno Cassinelli (architetto e volontario del Macs, scomparso nel gennaio 2021), mi invitano a visitare la casa di Ignazio a Petosino». In quella casa, erano presenti tantissime opere e, durante la visita, in una sala, erano appesi una serie di tondi. Ogni tondo rappresenta l’autoritratto di un artista. Quindi, dopo aver chiesto a Ignazio Bresciani, sono diventati i protagonisti di questa mostra.

Questa singolare collezione privata è iniziata, in realtà, nel 1983, quando, spiega monsignor Tironi, «l’allora Direttore dei Beni Culturali della Diocesi di Bergamo, monsignor Luigi Pagnoni, ebbe l’incarico da parte del Vescovo, monsignor Oggioni, di poter abbellire una sala al primo piano del Episcopio. Individuando un certo numero di pittori, ne furono poi individuati quattordici, alcuni sono qui presenti, che ringrazio, per rendere, su dei tondi, i ritratti degli ottantaquattro vescovi di Bergamo», vissuti nei due millenni della storia della chiesa di Bergamo.

I ritratti degli ottantaquattro vescovi di Bergamo

Gli artisti scelti erano: Luigi Arzuffi, Cesare Benaglia, Fausto Bertasa, Natale Bertuletti, Angelo Bonfanti, Angelo Capelli, Piero Cattaneo, Orfeo Locatelli, Trento Longaretti, Mino Marra, Emilio Nembrini, Ignazio Nicoli, Franco Normanni e Pietro Urbani. E, all’epoca, ad Ignazio Bresciani, precisa monsignor Tironi, «fu affidato a lui, per la sua competenza, la sua professione predisporre i supporti di resina, di 43 centimetri di diametro, da consegnare ai quattordici artisti perché su quello facessero i ritratti dei Vescovi, alcuni reperibili tramite le foto, altri sono di invenzione e inventiva dei singoli artisti».

Questi tondi poi sono stati descritti in un volume edito nel 1990 dalla Banca Credito Bergamasco, con testi a cura di importanti prelati di Curia, Alberto Bellini, Luigi Pagnoni, Mario Benigni, Antonio Pesenti, Goffredo Zanchi e Roberto Amadei.

Successivamente, alla conclusione dell’inaugurazione della Sala dei Vescovi, per festeggiare, artisti e consorti sono andati a cena in un ristorante di Petosino.

Durante la cena, dice monsignor Tironi, «su racconto di Bruno Cassinelli, nel catalogo, un po’ per convinzione e un po’ per il vino, Ignazio lanciò questa scommessa agli artisti presenti» : regalare ad ogni artista un tondo in vetroresina dal quale ognuno avrebbe potuto realizzare il proprio autoritratto e in cambio Ignazio Bresciani avrebbe provveduto a offrire simbolicamente una cena e conservare i tondi nella taverna di casa entro una struttura modulare di gesso.

Nella mostra dei tondi racconto e memoria

Qualcuno accettò, qualcun altro no, ma la notizia di questa proposta si era sparsa e altri artisti bergamaschi, seppure estranei alla realizzazione dei ritratti della Sala dei Vescovi, si erano offerti spontaneamente. Così, anno dopo anno, nella taverna della casa di Ignazio, viene allestita la collezione composta da ventisette autoritratti inseriti a parete entro una struttura in gesso e distribuiti a file sfalsate su tre livelli che sono stati dipinti in quattro diverse tornate: 1984, 1986, 1988, 2019/2020.

Gli artisti coinvolti sono stati: Serenella Angeloni, Cosetta Arzuffi, Candido Baggi, Cesare Benaglia, Gianni Bergamelli, Natale Bertuletti, Angelo Capelli, Vittorio Consonni, Mario Cornali, Giancarlo Defendi, Luigi Giliberto, Mario Jannucci, Gianluigi Lizioli, Orfeo Locatelli, Trento Longaretti, Silvia Manfredini, Mino Marra, Simone Morelli, Ignazio Nicoli, Franco Normanni, Mario Pozzoni, Carlo Previtali, Cecco Previtali, Luana Raffuzzi, Guglielmo Salvetti, Edgardo Salvi e Giovanni Sirtoli.

Di questi, tredici su ventisette sono negli anni deceduti e la mostra «Il racconto di sé», che espone questi tondi, è un’occasione anche per ricordarli.

Infine, all’interno di questa esposizione, per ogni tondo è presente sul medesimo pannello, un quadro realizzato dall’artista.

Il pannello in cui è appeso il tondo dell’autoritratto dell’artista Franco Normanni, con un profilo biografico e un quadro da lui realizzato.

La mostra «Il racconto di sé. Autoritratti di artisti contemporanei bergamaschi nella collezione Bresciani» si potrà visitare fino al 12 dicembre 2021 nella Sala Alberti del Macs, in Piazza Fiume, a Romano di Lombardia, a ingresso gratuito con Green Pass il sabato, la domenica e festivi dalle 9:30 alle 12 e dalle 16 alle 18:30.