Il bello dell’attesa. Regalare un po’ di tempo. Lasciarsi sorprendere da un sorriso

Qual è il senso dell’attesa, in questo periodo dell’Avvento? Fra Riccardo Corti, responsabile della Mensa dei Cappuccini in Borgo Palazzo, lo racconta “per strada” attraverso un incontro speciale. A volte basta questo, scambiare due chiacchiere e qualche battuta e fermarsi un momento ad ascoltare, per cambiare completamente il senso di una giornata.

Cammino sul Sentierone, è ormai sera e in città la gente riempi le strade, un po’ come le luci degli addobbi di Natale riempiono il cielo grigio, che quasi sembra essere carico di neve.

E nel cuore c’è desiderio di cambiare, di lasciarsi cambiare da un tempo forte, di essere quelli di sempre, ma in modo nuovo, di fare o dire le stesse cose, ma in modo nuovo…

Mentre sono preso dai miei pensieri e dai miei desideri, ecco arrivare un amico, un ospite della mensa, felice di vedermi e con la battuta subito pronta… si parla del più e del meno, si ride per qualche battuta che ci scambiamo e poi cerco di far entrare dentro di me una domanda: “Ma tu chi attendi, e quali sono i tuoi desideri?”

E già, chi può attendere una persona anziana e sola, con problemi causati dall’età che avanza e con l’assillo costante di una solitudine che sembra non trovare nessuna porta?


Poi, mentre lui parla e io cerco di fare spazio, ecco la sorpresa del suo sorriso, un bellissimo sorriso. Esprime la soddisfazione di chi, lungo la giornata, ha trovato finalmente qualcuno per scambiare due parole, così come fanno due amici o fratelli. Ed ecco che quel sorriso mi parla, ed ecco che quell’amico e fratello ha trovato qualcuno con il quale scambiare due parole.

Così anche tu, noi, io e ognuno può essere l’atteso, può essere qualcuno che, semplicemente, regala spazio, a chi normalmente non trova né spazi né incontri… Allora possono aprirsi gli occhi, possono nascere sorrisi, ci si può incamminare verso l’Atteso come amici e fratelli.