Il nostro mondo: una casa o una cava? L’orizzonte di un futuro sostenibile

Taranto, 23 ottobre 2021. Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Citt‡ della Pieve e Presidente della CEI, Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto e Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, e Rinaldo Melucci, Sindaco di Taranto,piantano simbolicamente uno dei 25 platani che andranno a costituire líarea verde del rione Salinella, a Taranto.

“L’equivoco tragico è sorto dall’illusione che la natura fosse una cava piuttosto che una casa”

Con questa affermazione l’Arcivescovo Castellucci, Vescovo di Modena è intervenuto  nei mesi scorsi  in un seminario di preparazione alla settimana  sociale dei cattolici.

E’ passato più di un mese dalla conclusione della Conferenza di Taranto dove si è cercato con proposte concrete di coniugare Ambiente, lavoro, sviluppo e sostenibilità.

Gli stessi argomenti sono stati ampiamente declinati e ripresi nella Conferenza di Glasgow COP 26 da poco conclusa con una serie di polemiche sui risultati, per alcuni comunque positivi e per altri quasi fallimentari.

Alcuni temi sono stati al centro del confronto, in entrambe le sedi; al di là dei diversi protagonisti e obbiettivi dei due eventi : il primo ha coinvolto soprattutto il mondo cattolico, mentre il secondo riguardava la cooperazione fra gli stati.

Cambiamento frutto delle decisioni dei Potenti o frutto dei singoli

Il dilemma è sempre presente, ma nella realtà sappiamo che il cambiamento di scelte dei Potenti parte dalla potenza delle scelte dei singoli, parte se il cambiamento inizia da noi.

Se  ci lamentiamo solo delle inefficienze e non ci ricordiamo di essere consumatori e risparmiatori, faremo fatica a riconoscere che certe cose accadono perché dipendono dalle nostre scelte di consumo.

Quindi ben vengano le coraggiose decisioni degli Stati, ma soprattutto iniziamo da noi, dalle nostre famiglie, dalle nostre aziende a compiere gesti esemplari.

Proposte personali e cambiamenti sociali

Ma quali proposte sono scaturite dai due eventi:

Tassare i “mali” e non le proposte virtuose e rispettose dell’ambiente, ad esempio eliminando i tanti sussidi ambientalmente dannosi e traducendoli in riduzioni di imposte sul lavoro.

Favorire e sostenere le aziende che investono nella sostenibilità della loro Impresa.

Le emissioni arrivano soprattutto da agricoltura, allevamento, mobilità, produzione di energia, industria ed 

Edilizia.

È necessario e vitale accelerare il processo di uscita dal carbone, ridurre la deforestazione, incentivando le energie rinnovabili e favorire nuove forme di mobilità, per arrivare ad una forte riduzione delle emissioni da qui al 2050.

Le lacrime di Alok Sharma, presidente della Conferenza COP 26

Il presidente all’annuncio della fine lavori dopo due settimane di approfondimenti e discussioni anche aspre, è stato sopraffatto dall’emozione lasciando scorrere alcune lacrime.

Certo nel testo finale firmato da quasi 200 Paesi, alla fine ha prevalso il compromesso a tal punto da ritenere il testo “annacquato”, è comunque un risultato l’impegno di tutti i Paesi a limitare il surriscaldamento del pianeta intorno a 1,5 gradi, insieme ad altri risultati sulla trasparenza dei dati, sulla riduzione dei combustibili fossili.

Si è parlato tanto anche di denaro per i paesi in via di sviluppo, per aiutarli a distaccarsi più velocemente da alcune fonti di energia e svilupparne altre.

Denaro già in passato promesso ma spesso non erogato. Cosi come di denaro si è parlato a proposito del pagamento dei danni dovuti dalla crisi climatica, come risarcimento che i Paesi meno sviluppati chiedono alle economie ricche.

Nuovi percorsi e nuovi stili di vita: il lavoro vero fuori dalle sale

“Un fallimento” cosi si è espressa Greta Thunberg su Cop26, Lei , simbolo dei nuovi giovani che non hanno nascosto la delusione rispetto agli ideali.

Ma poi Greta stessa ha aggiunto una verità grande “ il lavoro vero continuerà fuori da queste sale” indicando l’impegno che ciascuno deve metterci per “costringere “ i potenti ad impegnarsi di più e meglio per la salvaguardia di questa nostra amata Terra.

Possiamo allora, alla luce dei due eventi,  costruire percorsi nuovi, nuove speranze e rinnovate modalità che favoriscano relazioni umane e rispetto dell’ambiente

Dobbiamo e vogliamo scommettere che il mondo sarà salvato dalle relazioni fra le persone, fra i gruppi le associazioni, le istituzioni.

Come diceva profeticamente Giorgio La Pira cosi si costruisce davvero la CITTA DELL’UOMO che dovrebbe essere l’obiettivo principale e alto dell’attività politica.

In questo tempo (anche e non solo per evitare assembramenti e contagi) dobbiamo sperimentare una mobilità diversa per le nostre metropoli e le nostre Città.

Evitare ad esempio Entrate/uscite dal lavoro e da scuola tutti nello stesso momento e alla stessa ora.

Inoltre quello che in emergenza è stato necessità senza grande riflessione, ad esempio il passaggio allo smart working, deve ora permettere di attivare progetti che lo rendano strumento efficace a favore della qualità del tempo e del lavoro, ma anche della vicinanza ai figli e nel rendere vivi i quartieri cosiddetti dormitorio.

Queste e tante altre sono le proposte emerse nelle due conferenze, per evitare di continuare a “sfruttare” il nostro Pianeta solo come fosse  una “Cava” da cui estrarre tutto quanto necessità ai nostri bisogni, piuttosto che un Bene grande che tutti insieme dobbiamo  custodire.