Don Arturo Bellini e l’eredità de “L’Angelo in famiglia”: “Comunicare con uno stile di speranza, solidarietà e rispetto”

«In 38 anni ininterrotti di direzione del mensile L’Angelo in Famiglia, ho sempre cercato di essere fedele a una comunicazione positiva, fatta di messaggi di speranza, solidarietà e rispetto. Ogni mese la pubblicazione ha svolto un servizio specifico in continuità, scegliendo la linea “Comunicare per unire e costruire comunione“». Monsignor Arturo Bellini traccia un bilancio dei suoi 38 anni trascorsi come direttore del mensile diocesano, che questo mese di dicembre cessa le pubblicazioni, iniziate nel 1923, cioè ben 98 anni fa.

«Ho preso in mano L’Angelo in Famiglia nel 1983 — ricorda monsignor Bellini —, quando l’allora direttore monsignor Angiolino Nodari, che curava con amore geloso il mensile, dovette fermarsi per una malattia che in pochi mesi lo portò alla morte. Da allora, grazie a tanti collaboratori, il mensile diocesano ha svolto ogni mese il suo servizio, in continuità con lo spirito degli inizi, quando le parrocchie bergamasche sentivano l’esigenza di una stampa cattolica per mettere in campo l’ispirazione cristiana a fronte di una stampa pilotata dalle ideologie del tempo e così potevano raggiungere in modo capillare le famiglie e gli italiani emigrati all’estero».

Seminare speranza e solidarietà nelle case dei lettori

Attraverso il mensile, monsignor Bellini ha sempre cercato di seminare speranza e solidarietà nelle case dei lettori e nelle parrocchie.

«Ho sempre considerato il mio impegno pastorale nel mondo della stampa cattolica, affidatomi dall’allora vescovo Giulio Oggioni, utile a tante persone semplici delle nostre parrocchie e, secondo le mie possibilità, ho cercato di essere fedele a una comunicazione positiva, costituita di messaggi di speranza e di solidarietà, di rispetto per la dignità di ogni persona e di promozione umana».

Monsignor Arturo ha sempre fatto tesoro di un’affermazione del predecessore monsignor Nodari. «Affermava che il mensile doveva essere una voce che entrava nelle case. E aggiungeva che la testata, per essere efficace nella comunicazione, doveva mantenere un linguaggio come “l’acqua potabile”, cioè accessibile a tutti. È un insegnamento valido ieri, oggi e anche nel futuro che si sta formando con l’esplosione dei social».

Angelo in Famiglia saluti

La collaborazione con “Il Segno” dell’arcidiocesi di Milano

Nel corso dei decenni L’Angelo in Famiglia è stato interessato alla modernizzazione tecnologica, per esempio la stampa a colori. «Nel 1994 è avvenuta una svolta decisiva con l’inizio della collaborazione con il mensile Il Segno dell’arcidiocesi di Milano — aggiunge monsignor Bellini —. Infatti, questa collaborazione ha portato nelle case riflessioni qualificate su temi di attualità e ha camminato nel solco del “comunicare per unire e costruire comunione”, linea guida data dall’allora vescovo Roberto Amadei, aprendo così la strada a lavorare in comunione di intenti con la Chiesa di Milano e con le altre diocesi lombarde che lo avessero desiderato».

Ora la cessazione di questa storia lunga 98 anni. «I motivi sono diversi e vedono la crisi, non soltanto in Italia, della stampa periodica locale e nazionale e la gente legge sempre di meno, oppure legge sveltamente senza adeguata inflessione — precisa monsignor Bellini —. Inoltre, negli anni Duemila c’è stato un notevole caro di copie stampate, perché molte parrocchie hanno scelto un notiziario proprio. Ora il mensile termina la sua corsa. Tocca ad altri raccogliere il testimone, continuare a comunicare raccordando parrocchie e diocesi, parrocchie e temi che riguardano la Chiesa universale. I tempi nuovi chiedono modalità nuove, ossia stile e linguaggio nuovo e mezzi nuovi. Una comunicazione da ripensare con sguardo vigile per non finire nelle derive dell’intellettualismo e dell’autoreferenzialità che trascurano la realtà vera. Sono sicuro — conclude monsignor Bellini — che ogni parrocchia saprà trovare il proprio passo per farsi compagna di viaggio delle famiglie attraverso la carta stampata e attraverso i social che sanno parlare “qui e ora” con idee immediate e con immagini suggestive».