Arriva il Natale e mi pongo domande sulla fede. Suor Chiara: “Custodire i dubbi, le risposte arrivano senza fretta”

Buongiorno suor Chiara, mi chiamo Alice. Non vado in chiesa da tanto tempo ma quando arriva il Natale sento ancora il richiamo delle tradizioni e della Messa. Non so perché ma continua ad affascinarmi l’idea di Dio che si fa uomo e nasce come un bambino. Ora anch’io sto per avere un bambino e continuo a pormi domande sulla fede, che mi sembra di aver perso lungo il cammino. Non so come fare a trovare le risposte. Che cosa potrei fare per capire meglio?
Alice

Custodire nel cuore le domande è già indice che qualcosa in te sta cambiando, cara Alice e che un cammino nuovo si sta stagliando all’orizzonte della tua esistenza: ti invito, però, a non avere fretta di trovare risposte, con il rischio di “comprarle a basso costo”.

Avere nel proprio intimo alcuni interrogativi è, infatti, il primo passo che mette in movimento, certi che le risposte arriveranno lentamente, rileggendo il proprio vissuto e tentando di integrare gli eventi della nostra vita, illuminati dal Vangelo. Anche Maria, la Vergine dell’Avvento, cercava risposte, proprio a partire dal suo vissuto, ma senza la fretta e la pretesa di comprendere tutto. Scrive l’evangelista Luca che Maria “Custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”, provando a “tenere insieme” quanto stava vivendo, per scorgervi quel filo rosso, che le attraversava.

Le domande ci spingono su sentieri nuovi, forse mai immaginati

Tenere aperto domande e interrogativi di senso e di fede, pone continuamente in ricerca e aiuta a non accontentarci di ciò che si è compreso o scoperto sino ad oggi: sono come la forza trainante di un motore che spinge e immette su sentieri nuovi, forse mai immaginati prima d’ora.

Al contrario, le risposte “esaurienti” e troppo sicure rischiano di farci sentire arrivati, trasformandoci in persone perennemente in poltrona, sicuri delle nostre “certezze” anche nell’ambito della fede.

Il rischio che tutti corriamo, infatti, è quello di fossilizzarci sulle nostre sicurezze “spirituali” impedendoci di sperimentarle vere, oggi, nella nostra “carne” e nella nostra esistenza. 

Anche Gesù, non sempre, ha dato risposte chiare e precise alle domande dei suoi interlocutori, ma li ha aiutati a dare voce ai propri interrogativi offrendo loro coordinate per porsi in ricerca.

Egli è esperto nel suscitare domande in coloro che lo ascoltano, avviando nel loro cuore processi di cammino che li condurranno a riconoscere, in Lui, il Figlio di Dio. Nel Vangelo, infatti, troviamo veri e propri dialoghi che manifestano la grande capacità di Gesù nell’aiutare la persona a fare luce in sé stessa e a muovere i suoi primi passi verso la Verità.

L’invito a rileggere alcuni episodi del Vangelo

Vorrei menzionare, a questo proposito, l’episodio del cieco nato, quello della samaritana, oppure di Nicodemo, e ancora della chiamata di Natanaele, di Pietro a pascere il suo gregge, dopo la Pasqua. Ti invito a leggere questi brani cercando di cogliere da una parte l’atteggiamento del Figlio di Dio e dall’altra quello della persona a cui egli si rivolge.

Come vedi, nemmeno io oso dare risposte a quanto chiedi nella tua riflessione, ma solo invitarti a tenere aperti gli occhi del cuore e della mente, per tentare di leggere la realtà nella quale sei inserita e quella che si muove dentro di te, ora che stai per dare alla luce un bimbo. Non dare, perciò, nulla di scontato e non accontentarti delle risposte del catechismo. 

Metti in moto tutte le tue risorse, cerca il confronto con un sacerdote o con qualcuno che ha già percorso un po’ di strada in questa direzione: egli ti aiuterà a dare voce al tuo desiderio di ritrovare quella fede che dici di avere perso, ma che forse, senza esserne consapevole, hai già ritrovato. 

Prima di concludere vorrei lasciarti una nota preghiera di Madeleine Delbrêl. Sono sicura che custodisce tra le righe una piccola perla proprio per te: «O Signore, che continuamente ci incitasti a star svegli a scrutare l’aurora, a tenere i piedi nei calzari e non nelle pantofole, fa’ che non ci appisoliamo sulle nostre poltrone, nei nostri anfratti, nelle culle in cui ci dondola questo mondo di pezza, ma siamo sempre attenti a percepire il mormorio della tua voce che continuamente passa tra le fronde della vita a portare frescura e novità. Fa’ che la nostra sonnolenza non ci divenga giaciglio di morte e – caso mai – dacci tu un calcio per star deste e ripartire sempre».

E allora….buona ricerca, carissima!