Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Il senso della parola “casa”

Un giorno aprirò la porta e dietro troverò te. E quel momento lo chiamerò “casa”.
(Fabrizio Caramagna)

A cosa pensi leggendo la parola “casa”?

Ecco, io quando penso alla parola “casa” immagino quattro mura, con delle finestre, sormontate da un tetto. Dentro c’è una cucina piena di cose, pentole, bicchieri, stoviglie, bottiglie, libri di ricette, lista della spesa, delle sedie, un tavolo; c’è un soggiorno, in cui c’è un divano, probabilmente una tv, qualche mobile, una libreria grandissima e piena; c’è il bagno, anzi facciamo due; c’è la camera da letto, grande, con un bel letto comodo, un armadio, dei quadri e delle foto; e un’altra cameretta, magari; e immagino anche un bel terrazzo, o un giardino, pieno di cactus.

Questa è la casa dei miei sogni, ma non basta. Non mi basterebbe avere questa casa senza altro di più importante.

Una casa non è fatta soltanto di cose. Una casa è fatta di persone, momenti, di sguardi, di risate, di abbracci, di urla e di scuse, di grazie, di parole e di silenzio, di pace.

Una casa è fatta di cene in compagnia, di chiacchiere notturne, di feste, di caffè, di lacrime. Una casa è fatta di libertà, di non giudizio, di ascolto.

Ecco, per me tutto questo è espressione dell’amore. Due cuori e una capanna, si dice. A volte casa non è un luogo, è una persona. È una persona che, insieme a te, fa di quattro mura una casa.

Una casa è fatta d’amore, è piena d’amore. Se entri in una casa e respiri aria di pace, allora sei nell’amore. Se torni a casa dal lavoro e ti senti libero di essere te stesso, allora sei nell’amore. Se esci di casa al mattino senza vedere l’ora di farlo e abbandonare casa, allora sei nell’amore.

Fate in modo che la vostra sia una casa d’amore.