Romano, nella Chiesa della Grotta la mostra «d’un fiato» un intreccio di segni e parole

«L’arte del disegno, per me, è una metafora di incontro tra la vita e la sua espressività per dare un senso alle esperienze che si fanno». Così afferma l’artista bergamasco Mario Albergati che, insieme allo scultore e docente di italiano e storia Luca Catò,  ha presentato la mostra «d’un fiato», in collaborazione con il Museo di Arte e Cultura Sacra, sabato 18 dicembre, nella Chiesa della Grotta a Romano di Lombardia.

«È una mostra del tutto particolare, è una specie di duetto di segni e parole», interviene monsignor Tarcisio Tironi, direttore del Museo di Arte e Cultura Sacra.

In quest’esposizione sono presenti più di una decina di quadretti di arte astratta che sono stati realizzati da Mario Albergati, in cui protagonista è il segno che viene tracciato in uno spazio delimitato e organizzato con ripartizioni geometriche.

Storie e segni: un dialogo a distanza

Oltre a questi dipinti c’è l’intreccio con una storia, scritta da Luca Catò, che dice: «è una storia che non ha niente a che fare con quello pensato da Mario. Mario mi ha dato questo fascicolo di carta rilegata, realizzato in un momento particolare della sua vita, c’erano una serie di segni e ho chiesto di portare questo taccuino in mostra e, da essa, Mario mi ha chiesto di provare a trovare delle storie».

Guardando questi disegni dell’amico Mario Albergati, prosegue Catò, «pensavo al Cantico dei Cantici, al dialogo tra l’uomo e la donna, che poi è tra l’uomo e Dio, che esprime la sorpresa, l’attesa, il desiderio, la ricerca e così ho impostato il racconto».

Da questa storia è nato un libretto che è intitolato «d’un fiato» proprio come la mostra, è suddiviso in capitoli dove al centro c’è questo racconto d’amore tra uomo e donna, di nome Francesco e Mara e poi, spiega Luca Catò, «compare, a un certo punto, un angelo caduto che, di solito, è rappresentato in spazi vuoti, malinconici e solitari ed è il vero narratore della storia».

Emozioni e pensieri che lasciano traccia

Dal punto di vista figurativo, Mario Albergati sottolinea: «il disegno per me è un’esperienza e un incontro, a più livelli. Il segno è molto semplice ed è un incontro tra lo spazio, ovvero il foglio e la materia». Di fronte all’astrattismo, nuovamente l’artista Albergati dice: «il segno è tracciato dalla matita, la quale è guidata dalla mano, che è governata da un’emozione, un pensiero della mente per lasciare una traccia».

Dai suoi disegni emergono una serie di tematiche: la prima è l’alfabeto che non sono le lettere ma, spiega Mario Albergati, «è una griglia, una scacchiera che definisce delle campionature interne, che richiama la stabilizzazione» e, al cui interno ci sono dei segni che sono la base della sua scrittura artistica.

La seconda tematica è rappresentata dallo spazio cosmico o come lui stesso definisce, «le forze primordiali, dove c’è un elemento di spinta e di opposizione che creano energia ed è uno dei soggetti principali dei miei disegni è proprio di cercare il senso delle miei energie che smuovono e le tengono assieme».

La terza è il teatrino, ovvero, racconta Mario Albergati, «ci sono dei personaggi: c’è una figura femminile, un occhio e la linea dell’orizzonte che richiama la nostra visione, come se ci fosse un filo di demarcazione, di quello che è il nostro modo di vedere la realtà». Un’ultima tematica è chiamata Ambienti e sono delle raffigurazioni astratte che richiamano il senso di tranquillità.

Quadretto Alfabeto a cura di Mario Albergati esposto in occasione dell’inaugurazione mostra «d’un fiato» a Romano di Lombardia. Sotto c’è uno scritto di Luca Catò estrapolato dalla storia che ha ispirato i quadri di Albergati.

Inoltre, per esprimere tutte queste tematiche, l’artista Mario Albergati, partendo dai fogli di carta, precisa che: «ho usato delle pennellate di contrasto, bianche a tempera o grezza e con il pastello o la matita ci ho pressato sopra per dare un senso di bilanciamento, di trasparenza e di tridimensionalità; ho usato anche dei ritagli di carta perché sovrapponevano le superfici».

La mostra «d’un fiato» si può visitare nella Sala Tadini del Macs di Romano di Lombardia fino al 9 gennaio 2022; a ingresso libero e gratuito con il Super Green Pass, il mercoledì e il giovedì dalle 9:30 alle 12, il venerdì, il sabato, la domenica e i festivi dalle 9:30 alle 12 e dalle 15 alle 19, mentre durante la festività del Natale, di Santo Stefano e Capodanno dalle 16 alle 19.