Lavoro, la forbice tra chi ce la fa e chi no è sempre più ampia. Acli: “Vogliamo prendercene cura”

Si era aperta lo scorso dicembre con Mattia Caldara come testimonial “2021 al lavoro”, la campagna delle Acli di Bergamo a sostegno delle persone ai margini del mercato lavorativo.  

«Quando siamo partiti a pensare e poi a realizzare questa campagna – dichiara Daniele Rocchetti, presidente delle Acli provinciali – ci siamo chiesti quale intento avessimo. Siamo partiti da una domanda: perché promuovere una campagna sul lavoro a Bergamo dove il tasso di disoccupazione è inferiore a quello nazionale? Il Covid ci ha mostrato bene quanto la forbice tra chi ce la fa e chi non ce la fa è sempre più ampia. Di questo abbiamo voluto prenderci cura».  

Un anno a sostegno dell’occupazione e dei soggetti più fragili

Un anno all’insegna del lavoro e del sostegno di soggetti più fragili.  «Ora è tempo di bilancio – dichiara Roberto Cesa, coordinatore di Acli Rete Lavoro – e di rilancio». E presenta alcuni dati dell’Istat sull’occupazione in Italia relativi al mese di ottobre: mostrano che rispetto a settembre sono cresciuti sia gli occupati sia i disoccupati (cioè le persone che cercano lavoro ma non lo trovano) mentre sono diminuiti gli inattivi (ovvero le persone che non sono occupate e nemmeno in cerca di occupazione). 

«Ma i dati – prosegue Cesa – sono stati molto commentati soprattutto perché la crescita dell’occupazione ha riguardato quasi esclusivamente gli uomini. Un dato che, seppur sempre con prudenza, abbiamo riscontrato anche negli otto sportelli lavoro attivi (Bergamo, Ciserano, Mozzo, Nembro, Sarnico, Caravaggio, Bariano e Boltiere). A livello di occupazione tuttavia l’Istat constata ancora una differenza di 200 mila occupati rispetto ai livelli pre-covid del 2020. Questa è dunque la fotografia nazionale». 

 La nostra campagna ci ha permesso di raccogliere ad oggi più di 80 mila euro. Da fonti diverse: da accordi con i Comuni, dai nostri circoli, da varie fondazioni. Abbiamo avviato 24 borse lavoro ed alcune partiranno nei prossimi mesi. Siamo partiti da alcune cooperative, oggi ci affacciamo a quasi tutte le aziende. Dei 13 soggetti che hanno concluso il loro percorso 7 sono persone occupate, 2 sono in prossimità di assunzione, 2 sono stati reinseriti in altri percorsi formativi, una persona invece è stata segnalata ai servizi sociali. In formazione e impegnati in tirocini extra curricolari ci sono ancora 11 persone.  

Tre nuovi sportelli: Isola, Villa d’Almè, Almenno S. Salvatore

La prospettiva futura è quello di un rilancio in questa direzione: creare una rete di soggetti che accompagnino sempre di più gli utenti nel loro percorso. Perché sia impattante nel processo di occupabilità. Questo sarà possibile anche grazie a tre nuove aperture. Inaugureremo tre nuovi sportelli nell’Isola Bergamasca, a Villa d’Almé e ad Almenno S. Salvatore». 

«È interessante osservare la geografia degli utenti – dichiara Giorgia Galizzi, responsabile dei volontari degli sportelli -. C’è una leggera prevalenza di utenti stranieri e di donne. Rispetto al 2020 abbiamo avuto una maggiore affluenza di persone (un centinaio in più). In generale è possibile notare che la maggioranza degli utenti degli sportelli ha trovato lavoro, anche se per un lasso di tempo ristretto. Per alcuni settori (metalmeccanica, edilizia e settore produttivo –   industria) in particolare c’è una domanda di lavoro specializzato ben superiore all’offerta, come succede anche per il settore Colf – badanti e ASA – OSS. Per altri tipi di lavori a bassa specializzazione (magazzino, operaio generico etc.) invece c’è un’offerta superiore alla domanda. L’offerta di lavoro manca però di requisiti formativi o di esperienza nella mansione.  

In ottica futura l’idea è quella di attivare dei percorsi di formazione ai volontari che impiegano il loro tempo presso gli sportelli. Perché per essere prossimi occorre sempre mettersi in gioco e lasciarsi guidare. La priorità delle Acli di Bergamo è infatti quella di mettere al centro la persona».