Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. L’attesa frenetica di Natale

È Natale da ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Vorrei un dicembre a luci spente, con le persone accese. 

Charles Bukowski

Quest’anno mi pare sia l’anno del Natale. Dopo un Natale passato in lockdown già a novembre si percepiva la frizzantezza delle persone in attesa di questo momento speciale. Ho osservato che diversi countdown venivano riproposti continuamente sui diversi social. Gli alberi e le luci di Natale spuntavano in continuazione come primule in primavera. Un’attesa molto frenetica e molto desiderata.

Ormai siamo giunti quasi al termine di questa rincorsa verso il Natale, ma siamo veramente pronti tanto quanto vogliamo far credere? O siamo diventati come quei “villaggi di Natale”, ovvero quelle rappresentazioni dove la vita è come un parco giochi in montagna. Sono dei presepi senza natività. Ma quale spirito natalizio riportano davvero?

L’essere pronti al Natale sembra sia diventata una check-list da completare: fare l’albero, preparare le luci, comprare il panettone, acquistare i regali. E poi? È davvero questo il Natale?

A me manca la semplicità nei nostri occhi da adulti. Come quando eravamo dei bambini, che si attendeva il Natale per stare finalmente tutti insieme, per il calore di quella casa piena di famigliari, per ricostruire quel nido che ci portava a sorridere in continuazione.

Una volta la mia vicina mi disse: l’attesa è il regalo più bello.

È aspettare con desiderio la vera magia del Natale. È attendere l’arrivo di qualcosa e di qualcuno tanto desiderato. Un po’ come Maria nel presepe, che attende gioiosamente quell’amore che cresce dentro di lei. Attende che l’amore fraterno si manifesti.

Celebriamo il Natale per ricordarci la nascita di un uomo che è venuto sulla Terra per insegnarci cosa voglia dire viver davvero. Per mostrarci l’amore incondizionato verso l’uomo, che sacrifica sé stesso per l’umanità.

Quello che vi auguro per questo Natale è di lasciarvi illuminare. Dalla luce della bellezza che brilla negli occhi della gente, dalla luce che guida il cammino di chi riesce ad andare avanti nonostante le fatiche. Dalla luce della semplicità della condivisione incondizionata. Dalla luce di quella stella che ha guidato il cammino di molti verso un bambino che risiedeva in una semplice mangiatoia.

Talvolta siamo abituati a diventare come ciò che ci circonda, ciò che la società vorrebbe che fossimo. Siate la Luce del Natale, per voi e per gli altri.