“Il pranzo di Francesco”, il documentario in arrivo nelle sale cinematografiche

Palermo, settembre 2018: gli ospiti della Missione di Speranza e Carità di Biagio Conte si preparano per il pranzo. Non un pranzo qualsiasi : ci sarà infatti Papa Francesco che, in occasione della beatificazione di padre Pino Puglisi a Palermo, ha deciso di condividere questo pasto proprio con loro.

« Il pranzo di Francesco » (produzione di Arbash e Rai Cinema con il contributo di Sicilia Film Commission) dei registi Pasquale Scimeca e Luca Capponi, bergamasco, è il documentario che immortala questo momento. Un momento che diventa un punto di partenza per narrare gli ultimi : «Una parte del documentario è stata girata il giorno precedente alla visita del Papa – spiega il regista Luca Capponi – : si vedevano persone di diverse religioni e provenienti da ogni parte del mondo davvero euforiche per questa visita. Ad esempio un falegname non udente tunisino, che stava realizzando con le proprie mani una sedia per il pontefice, poi c’era chi puliva, chi preparava i tavoli affinché tutto fosse al meglio. Ho dormito nel refettorio dove il giorno seguente si sarebbe svolto il pranzo : sono stato svegliato dalle guardie svizzere che controllavano che non ci fossero pericoli. Quando il Papa è arrivato, si è seduto davvero vicino ad alcune di queste persone e conversava con loro come se fossero degli amici di vecchia data. Ci siamo chiesti ‘Chissà cosa si dicono’. Da lì è nata l’idea di raccontare questo pranzo come pretesto per narrare gli ultimi ». Il titolo è un richiamo al film preferito del Papa, « Il pranzo di Babette ». « In quel momento non era più il Papa, ma era uno di loro – aggiunge Pasquale Scimeca in un’intervista al Tg Regionale siciliano -, che li ascoltava, che parlava con loro, che condivideva i loro sogni, i loro desideri, le loro speranze, ma anche le tragedie delle loro esistenze. Stavano seduti con lui e parlavano, scherzavano, e ho visto quest’uomo essere felice, in questa comunione ».

Nei mesi successivi i registi seguono i componenti di questa variegata tavolata : migranti, ex carcerati, senza fissa dimora, ma anche volontari, per raccontare le loro storie : « Ad esempio vi è un pittore di origine marocchina che ha dipinto una Chiesa, assieme a una squadra di musulmani ; la storia di un ex galeotto ; la testimonianza di Paul, idraulico, che stava rischiando di essere rispedito in Ghana e poi alcuni frati francescani che vivono a Corleone, dove c’è una comunità in cui coltivano la terra e producono formaggi». Scene collegate tra di loro con dialoghi aggiunti in post produzione, discorsi del Pontefice tratti dalla Tv Vaticana in cui si parla degli ultimi e filmati concessi dal Vaticano. Il documentario è suddiviso in capitoli tematici, ognuno dei quali segue un punto cardine del pontificato.

« Nella parte finale del documentario si trovano dei filmati di alcuni miei viaggi ai confini europei. Abbiamo allargato in maniera lirica verso le persone che soffrono, i poveri in generale. Ci sono anche filmati di repertorio su povertà, guerra e migrazione e sul rapporto della Chiesa con le altre religioni ». Tanti dunque i temi affrontati e che portano lo spettatore a riflettere, il tutto nel segno di una frase del Papa detta all’inizio del documentario : « Come vorrei una Chiesa povera per i poveri ». Il documentario ha partecipato alla 38esima edizione del Torino Film Festival, nella sezione Fuori concorso e da questo mese arriverà anche nelle sale cinematografiche.