David Sassoli, portabandiera di un’Europa gentile, aperta e giusta

EP Plenary session - Preparation of the Extraordinary European Council Meeting of 20 February 2020 on the Multiannual Financial Framework

“La speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo ogni forma di ingiustizia”. Sono parole del presidente del Parlamento Ue, pronunciate alla vigilia di Natale per augurare buone feste agli europei. Sassoli lascia un’eredità di parole e di azioni che aiuta a comprendere l’Europa di oggi e – forse – a intravvedere quella di domani.

“Ci risentiamo dopo le feste. Auguri!”. Sono le ultime parole che ho sentito pronunciare da David Sassoli. Accompagnate da quel sorriso generoso cui ci aveva abituati. Era il 15 dicembre scorso. Nella sede del Parlamento europeo eravamo in coda per un tampone molecolare.

La mattina avevamo scambiato due chiacchiere per un progetto comune: nel pomeriggio era tornato sulla faccenda. Poi il test, e via, verso Bruxelles, dove il giorno successivo si sarebbe svolto il Consiglio europeo.

Il suo ultimo summit, aperto, come sempre, da un discorso appassionato, esigente, programmatico. Spalancato sul futuro.

David Sassoli, 65 anni, si è spento nella notte al Cro (Centro di riferimento oncologico) di Aviano dove era ricoverato dal 26 dicembre. Un ricovero resosi “necessario – aveva informato ieri l’amico e portavoce Roberto Cuillo – per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario”.

L’elezione del successore settimana prossima a Strasburgo

Nato a Firenze, romano d’adozione, sposato, due figli, giornalista e volto noto del Tg1 Rai, era stato eletto per la prima volta al Parlamento europeo nel 2009 e rieletto nel 2014 e quindi nel 2019. Il 3 luglio di quell’anno era stato eletto presidente dell’Europarlamento. Sassoli è deceduto ancora in carica: l’elezione del successore è infatti fissata per la plenaria della prossima settimana a Strasburgo.

Nell’impegno politico aveva riversato le sue capacità analitiche, le doti comunicative e, soprattutto, una passione per il bene comune che ne faceva un testimone credibile.L’ho sentito più volte richiamare i valori sui quali è stata fondata, e si fonda, l’Unione europea. Puntuali i riferimenti ai “padri fondatori”, agli innumerevoli discorsi di Papa Francesco sull’integrazione europea.

Sassoli aveva nella mente e nel cuore un’Europa di pace, solidale, “unita nella diversità”. Libertà e giustizia sociale erano due pilastri della sua azione. Aveva richiamato la centralità dei cittadini nel processo politico e democratico europeo.

Credo che oggi, sommessamente, si possa anche dire che più di un amico e qualche analista avevano fatto il suo nome come possibile successore di Mattarella alla Presidenza della Repubblica.