Ci sono ancora giovani a Bergamo che vorrebbero fare i preti? La nuova Fraternità Nazareth

La Scuola vocazioni giovanili (SVG) interrompe la sua storia e nasce una nuova esperienza, con nuovo volto, metodo e sede. Si chiama Fraternità Nazareth e, a differenza dell’esperienza propedeutica della SVG che era vissuta dentro la comunità dei Preti del Sacro Cuore, ha sede nella parrocchia di Mozzo, quindi dentro una comunità cristiana e sul territorio.

La SVG era nata nel 1985 per decisione del vescovo Giulio Oggioni e dell’allora rettore del Seminario monsignor Roberto Amadei per accompagnare i giovani nel discernimento per accedere al Seminario diocesano verso il sacerdozio. Nell’ottobre scorso, il vescovo Francesco Beschi e il rettore del Seminario don Gustavo Bergamelli hanno deciso di dare un nuovo inizio nell’ottica della «ratio fundamentalis» del 2016, in cui si afferma che la propedeutica «sia un tempo di almeno un anno e non superiore a due, favorisca la crescita personale e della propria fede, sostenga il discernimento vocazionale, alimenti i legami con la Chiesa locale; sia esperienza vissuta in una comunità distinta da quella del Seminario maggiore e con formatori propri».

«Alla luce di queste indicazioni – sottolinea don Massimo Colombo, responsabile e animatore della Fraternità, nonché curato di Mozzo – e di quelle emerse in questi anni dall’équipe della propedeutica, si è ritenuto opportuno avviare questa nuova proposta, idonea, così ci auguriamo, al momento che stiamo attraversando». La Fraternità vivrà dentro la parrocchia di Mozzo. «La crescita e il discernimento dei singoli — prosegue don Colombo — ci auguriamo possano essere favoriti dal continuo confronto con la vita del prete, dalla comunità parrocchiale e dal territorio in cui si sviluppa l’ordinarietà della vita. Elementi importanti saranno la ricerca dell’autenticità del giovane, una libera comunicazione di sé e la capacità d’interazione con il gruppo nella gratuità e nella fiducia. Ci sarà spazio per la narrazione dell’esperienza spirituale vissuta fino ad oggi perché questa sia verificata, fatta crescere e diventi vera a propria volontà di cercare Dio e allo stesso tempo lasciarsi trovare da Lui».

Attualmente la Fraternità è composta da 6 giovani di un’età compresa fra i 19 e i 35 anni. Uno di loro lavora, altri 3 sono studenti universitari e 2 seguono la propedeutica di Teologia. Di essi, 3 abitano in oratorio, altri 3 sopra la casa parrocchiale. Altri 9 giovani sono in contatto con don Colombo con l’intenzione di iniziare l’esperienza. L’équipe formativa è composta dal rettore del Seminario, da don Massimo Colombo, dal parroco di Mozzo don Giulio Albani, dal padre spirituale e da uno psicologo. I rapporti dei 6 giovani con la parrocchia sono intensi. «Oltre alle Messe – rileva il parroco di Mozzo – sono impegnati in catechesi per i ragazzi, malati della Casa degli angeli, centro Caritas, doposcuola, attività oratoriane».

L’icona della Fraternità Nazareth è il prossimo Santo Charles de Foucauld, monaco del deserto. «La sua storia – racconta don Colombo – è caratterizzata da due dimensioni fondamentali anche nella vita del presbitero diocesano: la dimensione contemplativa e quella missionaria. Nella sua esperienza di fede e preghiera, Charles si rifà alla “vita nascosta” di Nazareth. È una indicazione importante per la nuova avventura della propedeutica: la “vita normale” di un ragazzo che apprende in un clima famigliare l’amore per la preghiera, dove impara un mestiere e divide gioie, sofferenze e la vita sociale. Il primo discernimento non è proiettare il giovane sul “cosa fai”, ma piuttosto sul “chi sei”».