Pellegrinaggio pastorale in Alta Valle Seriana: una rete di piccole comunità

Ventitrè parrocchie, diciottomila abitanti: è una rete di piccoli paesi la Fraternità 2 della C.E.T. 2 dell’Alta Valle Seriana dove si concentra in questo periodo il pellegrinaggio pastorale del vescovo, monsignor Francesco Beschi.

Una zona in cui si sente ancora forte il senso di comunità, nonostante forti cambiamenti nella mentalità, nello stile di vita, nell’economia del territorio. La Fraternità 2 si snoda da Lizzola e Valbondione fino a Premolo, Gorno e Oneta, abbracciando Parre, Ardesio e Ponte Nossa.

È un territorio “di montagna”, composto da piccole realtà, distanti dalla città e a volte anche fra di loro. Non sempre, infatti, i confini tracciati sulla carte della diocesi corrispondono ai legami e alle relazioni che uniscono comunità, gruppi e associazioni, e che guidano la nascita di azioni comuni e iniziative ecclesiali.

Un terzo delle comunità parrocchiali della Fraternità 2, ben sette, sono riunite in due Unità Pastorali. In questo dossier dedicato al pellegrinaggio pastorale parliamo della prima, in Val del Riso.

Un ricco patrimonio di fede, storia e tradizioni

Sono presenti dodici parroci affiancati da altri nove sacerdoti. Le cinque parrocchie più grosse sommano novemila e cinquecento abitanti, mentre gli altri sono suddivisi in diciotto comunità, nuclei che raccolgono in media cinquecento persone. Ogni piccola parrocchia conserva – nonostante, in qualche caso, la popolazione sia in declino – un ricco patrimonio di storia e tradizioni e un forte radicamento nei luoghi in cui risiede.

Come si fa – si chiedono spesso i preti – a far sentire la Chiesa vicina alla vita delle persone, anche se il parroco non può essere, come in passato, amico, confidente, punto di riferimento sempre presente per la vita spirituale, familiare, civile di tutti? Non bastano la Messa e i “servizi essenziali” come l’amministrazione dei sacramenti e degli edifici ecclesiastici. Difficile, per i sacerdoti, offrire di più se molto del loro tempo viene “consumato” negli spostamenti da una parrocchia all’altra.

Verso il futuro: immaginare nuove forme di collaborazione

È necessario – forse – immaginare forme nuove, che valorizzino la presenza e l’impegno dei laici. Questo continua ad essere un luogo “fertile” per la fede? Cercheremo di scoprirlo seguendo il pellegrinaggio pastorale. Una lettura superficiale rivela tanti segni positivi, come la presenza attiva di gruppi e associazioni in ambito caritativo, culturale, educativo. La presenza dei giovani negli oratori e nelle attività comunitarie, nonostante manchino i “curati” dedicati esclusivamente alla pastorale giovanile. Dalle parrocchie di questa fraternità arrivano figure significative per la storia della Chiesa di Bergamo come il beato Alberto da Villa d’Ogna, don Antonio Seghezzi e il beato don Sandro Dordi. C’è anche una grande affezione per le tradizioni locali che si rinnovano ogni anno, a partire dalle feste patronali. Nelle comunità di Alta Valle “fare squadra” e “mettersi a servizio” offrendo le proprie competenze anche alle comunità vicine non sono solo parole, ma vita quotidiana. Un cammino prezioso per essere, concretamente, “comunità fraterne, ospitali e prossime”.