Centro ricreativo invernale a Redona: i volontari dell’oratorio si prendono cura delle relazioni

Scegliere di restare per dare casa alle relazioni e alle fragilità è un gesto forte. Permette realmente di mettersi accanto a chi ha bisogno di coltivare i legami, di crescere nel confronto con i propri coetanei e di sperimentarsi attraverso nuove responsabilità. L’esperienza del CRI (Centro Ricreativo Invernale) ha rappresentato tutto questo per la comunità di Redona. Dal 27 al 30 dicembre, un gruppo di volontari, composto da adolescenti e adulti, si è messo al servizio di bambini e ragazzi aprendo le porte dell’oratorio anche durante le vacanze natalizie.

Per custodire i legami e prendersi cura delle fragilità

“Ascoltando i bisogni dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie abbiamo avvertito una forte esigenza di mantenere vive le relazioni. Da qui è nata la proposta del CRI -spiega Mariangela, una volontaria dell’oratorio di Redona-. Un’esperienza che si è posta l’obiettivo di prendersi cura dei legami e di prestare attenzione alle fragilità. In questo momento storico, è importante mettersi al servizio di necessità come queste. Le relazioni sono diventate un bisogno e non possiamo tirarci indietro di fronte a questa grande fragilità”.

Il Centro Ricreativo Invernale all’oratorio di Redona

Il CRI non è stata solo un’occasione per stare insieme, ma anche per scoprire cose nuove ogni giorno. La giornata tipo iniziava con l’accoglienza per poi proseguire con le attività divise per gruppo. A rotazione, nell’arco della mattinata, i bambini affrontavano i compiti, si divertivano giocando insieme e davano libero sfogo alla creatività grazie ai laboratori. Nel pomeriggio, invece, i protagonisti erano i grandi giochi con sfide che coinvolgevano tutti, grandi e bambini. Tra le attività pomeridiane è stata inserita una piccola gita alla galleria d’arte Gamec con una visita guidata per far scoprire anche ai più piccoli la bellezza della mostra “Nulla è perduto”.

Nonostante la quasi totalità del programma fosse svolta in oratorio, i volontari hanno aperto le porte anche al territorio di Redona. Mettendosi in rete sono riusciti ad arricchire sia lo spazio compiti che i laboratori mattutini. Da un lato, la collaborazione con la referente della scuola elementare Pascoli ha dato una mano ai bambini più in difficoltà. Mentre dall’altro, con la ludoteca Giocagulp è stato possibile dare nuova carica ai laboratori trasformandoli in momenti di grande creatività. “Oltre alla rete che siamo riusciti ad attivare sul territorio di Redona -evidenzia Mariangela – non bisogna dimenticarsi degli adolescenti che hanno scelto di dedicare il loro tempo ai più piccoli. Loro si sono messi in gioco in ogni attività a 360 gradi stando sempre accanto ai bambini e ai ragazzi”.

La risposta a questo tempo di pandemia

Un oratorio che sceglie di accogliere bambini e ragazzi per coltivare le relazioni in tempo di pandemia è un segno che fa bene a tutta la comunità. Anche se i volontari di Redona hanno letteralmente giocato in casa, hanno comunque portato un bagaglio con sé. Alla fine dell’esperienza, la loro valigia non aveva fatto tanta strada, ma si era sicuramente arricchita.

“Dal CRI -conclude Mariangela- ci portiamo a casa il clima famigliare che abbiamo respirato e la gratuità degli adolescenti. Il piccolo gruppo ci ha permesso di conoscere e di prenderci cura di ogni singolo ragazzo. Questo è stato possibile grazie alla gratuità di tutti i volontari, ma in particolar modo degli adolescenti. Sono stati come dei fratelli maggiori per i più piccoli. Tutti siamo usciti arricchiti dal CRI perché siamo riusciti ad andare incontro alla fatica relazionale di questo tempo”.