Sant’Antonio abate, una devozione antica. In centro si riaffacciano anche le bancarelle

Malgrado il dissolversi della civiltà contadina, la devozione a Sant’Antonio abate si mantiene ancora molto viva nella chiesa-cappella vescovile dei Santi Marco e Maria, in via Locatelli, nota anche come chiesa di Santa Rita, l’antica festa di Sant’Antonio abate, che ricorre lunedì 17 gennaio.

La chiesa è affidata alle cure pastorali della parrocchia di Sant’Alessandro della Croce. Quest’anno c’è una novità. Le tradizionali bancarelle che fanno da contorno alla festa saranno allestite non sul Sentierone, ma in piazzale Matteotti, nei giorni di domenica 16 e lunedì 17 gennaio.

Sant’Antonio abate da sempre è invocato come protettore dei lavori nei campi e degli animali e contro le malattie, come l’herpes zoster, popolarmente noto come «fuoco di Sant’Antonio». È invocato per ritrovare oggetti smarriti e un tempo anche dalle ragazze in cerca di marito. Intorno alla sua festa si sono cementate tradizioni molto care alla gente, come la benedizione di animali e veicoli e la vendita delle castagne affumicate, note come «biligòcc».

Sant’Antonio abate, qualche cenno di storia

Sant’Antonio abate, vissuto tra il 251 e il 356 in Egitto, era un eremita del deserto, che abbandonava periodicamente per soccorrere gli infermi e istruire i cristiani nella fede. L’iconografia lo ritrae in vesti episcopali su un trono, oppure come eremita mentre medita le Sacre Scritture. Viene raffigurato anche con una fiamma nella mano, simbolo di sapienza, oppure con accanto un cinghiale o un maiale, che alludevano al demonio, o circondato dagli animali da cortile, fra cui l’immancabile porcellino. Quest’ultima è l’iconografia più nota e ripresa nelle immaginette.

Il culto di Sant’Antonio abate fu introdotto a Bergamo nel XIV secolo grazie ai frati Antoniani che officiavano l’attuale chiesa di via Locatelli, che allora era inglobata nell’ospedale cittadino, abbattuto nel 1938. Un tempo si benedivano i carri agricoli, gli animali e i fertilizzanti, ormai sostituiti da automobili, moto, bici e animali di appartamento. Tra i devoti sono molti i rappresentanti di commercio e gli autisti, che trascorrono ore o giorni sui mezzi di trasporto e chiedono al santo la protezione contro i pericoli della strada. In chiesa i fedeli accendono un cero chiedendo una grazia e, in questi anni di crisi economica, anche un aiuto per trovare un posto di lavoro o la conferma di quello a tempo determinato.

Questo il programma di lunedì 17 gennaio (possibilità delle Confessioni nell’intera giornata): Messe alle 7,30, 8,30, 10 (solenne, presiede il parroco don Pietro Biaggi), 13, 17 e 18,30. All’esterno della chiesa, dalle 7 alle 19, benedizione di moto, autoveicoli, sale e animali, con distribuzione dell’immaginetta del santo. Bancarelle in piazza Matteotti nelle giornate di domenica 16 e lunedì 17 gennaio.

Carmelo Epis