Catechesi a Gandino con suor Camilla. Racconti di vita per parlare di vocazione: meglio di qualsiasi libro

Suor Camilla Zucchinali  vive a Gandino e si dedica all’educazione dei bambini della scuola dell’infanzia. Collabora anche con la Parrocchia svolgendo il servizio di catechesi con i ragazzi di quinta elementare. Nelle righe che seguono racconta l’esperienza vissuta nei primi mesi di catechesi e come è stato proposto il tema della VOCAZIONE, scelto per questo anno pastorale. 


Incontrandoci a preparare e programmare l’anno catechistico con il nostro curato don Manuel, abbiamo pensato di stimolare i ragazzi a riflettere facendo loro conoscere direttamente alcune esperienze di vita, non sul testo del catechismo, bensì incontrando persone con vocazioni diverse. Tutto sempre nel rispetto delle normative anti-COVID. 

Fatta la premessa su cosa volesse dire il termine “VOCAZIONE” abbiamo incontrato, in diversi sabati,  mattina o pomeriggio, alcune persone che hanno raccontato come sono giunte alla loro scelta di vita. 

La testimonianza di una coppia di sposi

La prima testimonianza di vita vocazionale è stata una coppia di sposi di media età, con un bagaglio di esperienze varie di fede, in passato il marito era stato anche catechista. Stimolati dalle domande preparate in precedenza dai ragazzi, hanno raccontato loro come hanno vissuto l’infanzia, la giovinezza e il matrimonio.

Tra le varie domande poste alla coppia, quella che ha fatto maggiormente riflettere i ragazzi è stata la seguente: “Che cos’è l’amore? “L’amore non è solo volersi bene e basta, ma chiede concretezza, fatica e anche sacrificio, come l’alzarsi presto al mattino per preparare quello che serve alla famiglia, andare al lavoro, rinunciare a comperare qualcosa perché economicamente non ce la fai, tenere pulita ed in ordine la casa pur andando a lavorare, rinunciare a qualcosa perché l’altro stia bene o sia felice, chiedersi scusa dopo un litigio, ecc…”

Ma per voi, ragazzi, ”CHE COS’E’ L’AMORE?”- hanno chiesto i coniugi ai ragazzi, i  quali hanno risposto: “è voler bene…  è far felice l’altro…” e continuando ad interpellarli: “I vostri genitori come vi dimostrano che vi vogliono bene? Osservateli in questa settimana e cogliete cosa fanno per voi e, voi cosa fate per loro?”.

La prima vocazione si concretizza nella vita in famiglia

Durante la settimana, quindi, i ragazzi hanno osservato i loro genitori e hanno poi raccontato quanto avevano visto, accorgendosi che tante volte si dà per scontato quanto i genitori fanno per i figli. E il secondo impegno: compiere qualcosa di utile in famiglia (”COSA FAI TU PER I TUOI GENITORI?”) li ha aiutati a porsi in modo più attivo nei confronti dei loro genitori, compiendo gesti che non avrebbero mai pensato di fare, in quanto solitamente svolti da mamma e papà, come ad esempio: riordinare la propria stanza, lavare i piatti, stirare la biancheria, aiutare a cucinare, sospendere un gioco che piace per aiutare la mamma, ecc… 

In pratica, il compito affidato e vissuto li ha aiutati ad aprire un po’gli occhi per vivere la propria vocazione anzitutto di figlio-figlia, perché il Signore chiama nel quotidiano; questo era ed è il nostro obiettivo di catechisti: sensibilizzare i ragazzi all’ascolto della Parola che si fa voce non solo attraverso la Sacra Scrittura e aiutarli a prendere consapevolezza che Dio ci parla con la “voce e i gesti” dei nostri cari genitori, degli educatori o delle persone che amiamo. 

Altre testimonianze si sono susseguite a questa: un sacerdote e una religiosa, un’infermiera, un educatore dell’Azione Cattolica e un’esperienza di vita missionaria. Tutti hanno lasciato un segno  nella vita dei ragazzi e sono certa che in modi diversi porterà frutto.

Suor M. Camilla Zucchinali