La scelta di Oliviero e Ileana: “Accogliere un bambino in affido, un atto d’amore (e di coraggio) verso la vita”

Il desiderio di custodire non ha limiti. Sembra quasi uno slogan ma è una sintesi delle esperienze di affido di Oliviero e Ileana, coniugi di Chiuduno.

La loro prima esperienza di affido, tramite Aeper, risale a quando i loro due figli erano preadolescenti. «La prima figlia affidataria era una bambina di 8 anni che è stata con noi per quattro anni, poi è stata adottata da un’altra famiglia sempre bergamasca – spiega Oliviero -. I nostri figli, forse per l’età, non avevano condiviso con noi la scelta ma avevano accettato la presenza di questa sorellina». Sulla scia di questa esperienza di accoglienza, la coppia aveva deciso di far parte di una rete di famiglie per gli affidi nell’Ambito territoriale di Chiuduno-Bolgare e cinque anni fa hanno ospitato una piccola creatura di soli tre mesi. «Eravamo nonni di un nipotino coetaneo – sorride Oliviero -, quindi non troppo giovani perché io avevo 54 anni e mia moglie qualcheduno in più ma era un’accoglienza di pronto intervento e noi non abbiamo esitato ad accettare».

Un legame forte, che supera il tempo trascorso insieme

La fatica fisica del custodire una bambina neonata si è accompagnata dopo due anni alla fatica del distacco. «Sicuramente non è stato facile perché l’abbiamo vista mangiare da sola, camminare e parlare per la prima volta e insieme abbiamo anche affrontato e poi risolto un lieve problema fisico – confida il papà affidatario -, però nella custodia c’è anche la capacità di andare oltre e la consapevolezza che, data la nostra età, la nostra famiglia non era il luogo più idoneo per crescere quella bambina e quindi a due anni è stata affidata a un’altra coppia più giovane che ne aveva fatto richiesta».

Oliviero e Ileana hanno sempre testimoniato queste loro esperienze di accoglienza, «non perché ci sentiamo più bravi di altri ma per sensibilizzare altre famiglie all’accoglienza». E senza dire troppo, hanno avuto molti riscontri positivi. «Un gesto tra i tanti? Un negoziante del paese, quando ha saputo della presenza della neonata, ci ha regalato un’infinità di pannoloni».

Al termine dell’affido i contatti (e l’affetto) continuano

Al termine del periodo di affido continuano i contatti con questi ragazzi?  «La prima figlia ora ha 20 anni e la sentiamo regolarmente, anzi nel periodo dell’adolescenza quando era in lite con i genitori adottivi si rifugiava da noi vedendoci come degli “zii buoni”. Con la piccola, invece, non possiamo avere incontri come è giusto che sia vista la tenera età. Siamo però rimasti in contatto con gli attuali genitori di entrambe e siamo contenti perché non è così scontato si mantengano i rapporti».

La possibilità di affido in bergamasca è ampiamente superiore rispetto alla famiglie disponibili e il consiglio di Oliviero è di informarsi e non avere timori, perché prendersi cura di qualcuno è un gesto grande che scardina ogni paura. E soprattutto «c’è sempre la Provvidenza a sistemare tutto».