Festival di Sanremo, un concentrato di canzoni. Questa volta vince la musica

Festival di Sanremo

Lucio Battisti in una delle sue canzoni più belle cantava “Tu chiamale se vuoi emozioni”. Quante emozioni e quanti “brividi” sono scaturiti durante la visione della 72esima edizione del Festival della canzone italiana, iniziato lo scorso 1° febbraio dal palco del Teatro Ariston di Sanremo, che si concluderà stasera 5 febbraio? Innumerevoli. E non è stato un caso che quest’anno la kermesse festivaliera sia stata caratterizzata da ascolti record. Un successo per Amadeus presentatore e direttore artistico del Festival, che ha visto la partecipazione di diverse co-conduttrici nelle cinque serate. 

È come se in questo Festival “ventiventidue” sia nata una felice sinergia tra i cantanti sul palco, gli spettatori in sala, e i telespettatori. Cantanti, pubblico e telespettatori, accomunati dallo stesso desiderio di tornare a cantare, di ricominciare una vita normale, nonostante il triste bilancio quotidiano di morti causati dalla pandemia.

Quale sarà la canzone vincitrice della 72° edizione del Festival della canzone italiana? “Brividi”, cantata da Mahmood e Blanco, “Apri tutte le porte” cantata da Gianni Morandi, o “O forse sei tu” cantata da Elisa (nella foto)? Lo sapremo stasera, nel frattempo commentiamo i fatti salienti del Festival 2022 con Alessandra Comazzi, critica televisiva del quotidiano “La Stampa”, da anni acuta, divertente e divertita osservatrice della kermesse canora.

  • Alessandra, durante la prima conferenza stampa Amadeus ha promesso che questo Festival, che ha avuto ascolti alle stelle, sarebbe stato “di tutti e di gioia”. Promessa rispettata? 

«Promessa rispettata del tutto. Un Festival allegro fin dalla scelta delle canzoni, che dopo tanti anni in cui non capitava più, si sono mostrate gradevoli fin dal primo ascolto, cosa evidentemente non impossibile. Oltre che, naturalmente, molto radiofoniche. È stato dato spazio a tutti, senza discriminazioni». 

  • La “vecchia guardia”, Morandi, Ranieri, Zanicchi, Rettore si è preparata bene alla sfida con i nuovi protagonisti della rassegna? 

«Erano preparati altroché. Qualcuno però, oltre che preparato, era anche giù di voce. A 80 anni non è che si abbia la voce dei venti. Però il coraggio c’è. Forse potrebbero prendere una tonalità più bassa rispetto al passato, questo sì. Ciò vale soprattutto per Iva Zanicchi, che quando ha interpretato, nella sera delle cover, “Canzone” di Milva, l’ha presa veramente troppo alta… ».

       –     Morandi, senza età e sempre al passo con i tempi. È questo il segreto della  grande popolarità e del successo del cantante emiliano?

 «Morandi è al passo con i tempi e nello stesso tempo si mette in gioco. Un artista che ha condotto il Festival due volte, condotto, dico, e quando uno conduce lo trattano da papa, e poi torna non come superospite, ma in gara, è un grande». 

  • Qual è stata la cover più emozionante? 

«Io ho amato molto proprio il medley di canzoni presentato da Morandi e Jovanotti, trascinante, anche per i ventenni».

  • Sanremo a distanza di tanti anni, resta sempre il più grande palcoscenico in Italia per la musica? 

«Non si può negare. Per la musica, per il costume, per l’aria dei tempi. Per gli investimenti, anche, perché la Rai con tutte le inserzioni pubblicitarie, con il Festival ci campa tutto l’anno». 

  • Fiorello e Checco Zalone. Chi ha graffiato e divertito di più? 

«Fiorello è stata un’esplosione di battute, un genio del palcoscenico. Checco Zalone ha cominciato con emozione, è andato crescendo. Zalone va ascoltato e capito. Bisogna capire che lui fa satira di costume, e non prende in giro le vittime, ma i carnefici: anche il carnefice che è in ognuno di noi». 

  • Per il Festival di Sanremo 2022, Amadeus ha scelto come co-conduttrici Ornella Muti, Lorena Cesarini, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli. Una scelta felice? 

«Buona l’idea dell’alternanza, non la scelta delle singole attrici. Le prime due non interagivano con Amadeus; Drusilla fantastica, ma è un uomo, come se si dicesse che l’Oscar alla migliore attrice protagonista va a Dustin Hoffman per “Tootsie”. Situazione femminile migliorata con Giannetta e Ferilli. Quindi dico: ottima la scelta quella di cambiare compagna ogni sera. Sarebbe necessario scegliere meglio la compagna». 

  • Luigi Tenco moriva 55 anni fa, il 27 gennaio 1967, nella stanza numero 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo. Un gesto disperato da parte del cantautore piemontese dopo essere stato escluso dal Festival, dove la sera prima, in coppia con Dalila, aveva cantato “Ciao amore, ciao”. A più di mezzo secolo di distanza le sue canzoni, appaiono ancora straordinariamente attuali. Che cosa ne pensa? 

«Penso che la poesia sia eterna. E Tenco era un poeta. Leggiamo ancora poeti che scrissero migliaia di anni fa. Catullo, per dire, non ci delude mai, e nemmeno Saffo».