Cento donne valorose narrate da Lella Costa al Teatro Donizetti: “Straordinari talenti che hanno fatto la storia del mondo”

“Se non posso ballare…non è la mia rivoluzione”. È una frase di Emma Goldman, anarchica e femminista russa dalla vita avventurosa a dare il titolo allo spettacolo di Lella Costa in scena da martedì 8 a domenica 13 febbraio nell’ambito della Stagione di Prosa della Fondazione Teatro Donizetti (ore 20,30; domenica ore 15,30). 

Nello spettacolo scorrono cento donne valorose, “più o meno una al minuto” come dice Lella Costa. Ha voluto che ci fossero tutte, seppure narrate in un tempo brevissimo, per “rendere conto della ricchezza e della quantità dei talenti che hanno fatto la storia del mondo”, e testimoniarne così il valore.

Questo monologo prende le mosse da “Il catalogo delle donne valorose” di Serena Dandini, che raccoglie i profili di trentaquattro donne. Si inserisce nel filone del racconto del genio femminile, che dopo un avvio in sordina è praticamente esploso negli ultimi anni. 

Donne intraprendenti, coraggiose, controcorrente

Sul palcoscenico prendono corpo e voce donne intraprendenti, coraggiose, controcorrente, spesso perseguitate e a volte incomprese, continuamente in lotta per raggiungere traguardi apparentemente inarrivabili. 

«Sono tutte donne valorose – sottolinea Lella Costa – che seppure hanno segnato la storia, contribuendo all’evoluzione dell’umanità, per uno strano sortilegio raramente vengono ricordate, con difficoltà appaiono nei libri di storia e tanto meno sono riconosciute come maestre e pioniere. Mentre l’uomo invisibile è diventato una star del cinema, le donne sono e restano del tutto invisibili, senza che a nessuno venga in mente di accendere i riflettori su di loro. Serena Dandini, nel suo libro, ne ha raccontate 34, io, nel mio spettacolo, arrivo quasi a 100. Praticamente una al minuto. E se per assurdo, il tempo di uno spettacolo teatrale potesse dilatarsi a dismisura, allungarsi senza limiti, nella storia del mondo ci sarebbe comunque una donna valorosa da citare per ogni minuto di questo tempo infinito».

Da Marie Curie a Tina Anselmi, da Martha Graham a Emily Dickinson

Fra i personaggi scelti da Lella Costa ci sono Marie Curie, Nobel per la fisica, e Olympe De Gouges che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. C’è Tina Anselmi, primo ministro donna della Repubblica italiana. Martha Graham che fece scendere le ballerine dalle punte e Pina Bausch che descrisse la vita danzando. E poi c’è Maria Callas con la sua voce immortale come immortale è il canto poetico di Emily Dickinson. C’è Angela Davis che lottò per i diritti civili degli afroamericani e c’è la fotoreporter Ilaria Alpi. Le sorelle Bell: Vanessa e naturalmente Virginia, la Woolf. Entrano una dopo l’altra, chiamate a gran voce con una citazione, un accento, una smorfia, un lazzo, una canzone, una strofa, un ricordo, una poesia, un gemito, una risata. O solo col nome, che a volte non serve aggiungere altro. Entrano nel gran salone da ballo ciarlando e muovendo le vesti. Si aggirano come fossero, finalmente, felici tutte, per dirla con Elsa Morante che è lì con loro.

Il progetto drammaturgico e la regia sono di Serena Sinigaglia, la scrittura scenica di Lella Costa e Gabriele Scotti, le scene di Maria Spazzi. Ambientazione sonora di Sandra Zoccolan, costumi di Antonio Marras, progetto a cura di Mismaonda prodotto da Centro Teatrale Bresciano e Carcano centro d’arte contemporanea; partner The Circle Italia. Durata 1 ora e 40 minuti senza intervallo. Biglietti da 15 a 38 euro; ridotti da 12 a 30 euro.