Curling, da sport di nicchia a mania collettiva. Tutto merito dell’oro della squadra azzurra alle Olimpiadi

Ventidue anni lei, ventisei lui. Un oro olimpico da condividere e una nuova strada dello sport italiano aperta. Loro sono Stefania Costantini e Amos Mosaner, gli azzurri che hanno vinto la medaglia d’oro nel doppio misto di Curling sconfiggendo la Norvegia per 8-5.

Un percorso perfetto fatto di 11 vittorie su 11 partite. Siamo una nazione minuscola in questo sport, eppure abbiamo imparato che dal 2021 in poi possiamo vincere in lungo e in largo. Il curling, che fino a poco tempo fa era utilizzato come metafora di uno sport ridicolo (sostituto del vecchio adagio “datti all’ippica”) che ora balza sulla bocca di tutti e ci fa emozionare.

Sì, perché questo è uno sport che rimane di nicchia e che in pochi lo praticano, lo seguono, si appassionano, ma pensare che questi due ragazzi sono cresciuti con l’arrivo in Italia di questo sport fa sorridere di dolcezza.

Una passione nata guardando le Olimpiadi

Solo da Torino 2006 abbiamo imparato a conoscerlo, quando loro avevano 6 e 10 anni. Ce li immaginiamo, di ritorno da scuola, appiccicati alla tv ad appassionarsi a quelle bocce che scivolano delicatamente sul ghiaccio e a promettere ai genitori che un giorno anche loro sarebbero andati alle Olimpiadi.

Ora, alle Olimpiadi ci sono andati, ma le hanno anche vinte, anzi etra-vinte. La bellezza di vincere in coppia, aiutandosi e sostenendosi, correggendosi e incitandosi ha pochi eguali. E la genuinità di questo sport sta tutta nel poter ascoltare ciò che gli atleti si dicono duranti le gare.

Un modo bello, trasparente, vero che, siamo sicuri, farà appassionare ora decine di ragazzi che, oggi, appiccicati alla tv o allo smartphone, avranno magari promesso ai genitori: un giorno anche io andrò alle Olimpiadi. Una pagina memorabile di sport che non deve far dimenticare però la medaglia d’argento di Federico Pellegrino nella sprint di sci di fondo: un finale palpitante che lo ha visto protagonista fino all’ultimo centimetro. Bravissimi così, azzurri!