Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. La prospettiva che ci cambia

Post nubila Phoebus

(detto latino)

In latino esiste un adagio, ossia un detto che acquisisce credibilità grazie all’esperienza tramandata di secolo in secolo, che dice: Post nubila Phoebus. Letteralmente significa “dopo le nubi, Febo (epiteto di Apollo, personificazione del sole)”. 

E così, dopo le nubi, il sole. Personalmente è qualcosa che mi è stato detto più e più volte.

Può sembrare banale e, comunque, a dire il vero, sembra sempre la solita solfa, soprattutto se a dirlo è una persona che sta bene e non sta vivendo il mio stesso dolore, la mia stessa fatica.

Chi sta male il sole non lo vede. Vede solo la pioggia, vede solo le nubi, il vento forte, il grigio. Eppure, si tratta di qualcosa di vero: dopo il temporale torna sempre il sereno, dall’alba dei tempi. Piove e torna il sole, piove e torna il sole, piove e torna il sole. Sempre. Magari a volte ci mette un po’ di più, ma il sole ritorna.

Post nubila Phoebus.

Chi ci dice che questo valga anche per la nostra vita?

C’è stato un momento della mia vita in cui credevo che non avrei più visto il sole. Attorno a me e dentro di me c’era sempre nuvoloso, grigio e cupo. Con le persone che sostenevano che dopo la pioggia torna sempre il sole un po’ mi arrabbiavo: è facile dire così quando si sta bene, è facile dirlo se non provi quello che sto provando io, è facile minimizzare le emozioni degli altri e non comprenderne la portata. Sbagliavo.

Non sopportavo, però, quel grigiume nella mia vita. Sapevo di poter essere altro, molto di più di una semplice scala di grigi: non ero un colore, un nero e neppure un bianco e questo ha iniziato presto a starmi stretto.

Tra l’aiuto di un professionista, delle persone che mi amano e della mia forza di volontà, ho iniziato a prendermi cura di me stessa, della mia anima, del mio spirito. 

Così, dopo attente e intense riflessioni e meditazioni, sono giunta alla conclusione, che già conoscevo e a cui ero già arrivata qualche mese prima, che tutto sta nella prospettiva da cui guardiamo le cose.

È necessaria una prospettiva di pace e di bellezza, una prospettiva di accettazione dei propri limiti e dei limiti delle altre persone; è necessaria una prospettiva di perdono, lo dice il Vangelo da duemila anni e l’ha reso in musica recentemente anche il buon Marco Mengoni: “perché solo nel perdono cambia un uomo”.

Prospettiva: è tutto quello che ci serve per comprendere che il sole, in verità, non se ne va mai; è sempre lì. Ci vuole tempo per comprenderlo, ma alla fine eccola lì la verità: comunque, prima o poi…

Post nubila, Phoebus.