Sofia Goggia nell’Olimpo dello sport. Una medaglia ottenuta con impegno e passione

Miglior film, migliore attrice protagonista, miglior attrice e miglior sceneggiatrice. Se le Olimpiadi fossero un concorso cinematografico, la storia di Sofia Goggia – interpretata da Sofia Goggia e diretta da Sofia Goggia – vincerebbe senza dubbio tutti quei premi.

Perché è vero, nella discesa olimpica di Pechino non ha vinto la medaglia d’oro, ma la medaglia d’argento che ha ottenuto vale come una vittoria. Del cuore, più che del palmares.

Perché la nostra Sofia a questa gara manco doveva partecipare visto che poco più di tre settimane fa era volata per terra nella discesa libera di Cortina riportando fratture, distorsioni, contusioni e timori che avrebbero abbattuto chiunque.

Uno stile minuzioso, studiato e incredibilmente romantico

Non lei che sugli sci è una leonessa, con le parole è tagliente e diretta come le sue lamine sulla neve, ma che ha un cuore sportivo grande così. Goggia è quella che quando parla di sci le si illuminano gli occhi, è quella che pare una bambina quando parla dei cinque cerchi olimpici, è quella che scia per divertirsi non perché deve portare a casa la pagnotta.

Sofia Goggia parla dello sci come si parla tra amici al rifugio davanti ad un bombardino dopo quattro curve in compagnia, perché il suo modo di sciare è quello: minuzioso, studiato, costruito eppure incredibilmente romantico, libero, istintivo, a volte irruente, ma è bello così.

Nell’Olimpo dello sport mondiale. E bergamasco

Ci piace così, tifiamo per lei per questo. Anche nella discesa di Pechino ha rischiato un paio di volte, facendoci sussultare quando in Italia il sole non si era ancora alzato e la neve cadeva copiosa sulla sua città.

Abbiamo finito di guardarla con il batticuore, lei ha urlato, noi singhiozzato, lei ha pianto, noi gioito, lei si è rammaricata quando ha visto la svizzera Super chiudere davanti a lei perché ha la vittoria nel dna.

E noi pronti a consolarla, a dirle che ha vinto, che ci ha appassionato, che da oggi è definitivamente nell’olimpo dello sport mondiale. Figuriamoci in quello bergamasco.