Storie di incontri e perdono dalla mensa dei Cappuccini di Borgo Palazzo. “Porgi l’altra guancia” diventa vita concreta

Scene di vita quotidiana nella mensa dei frati Cappuccini di Borgo Palazzo, a Bergamo. Un luogo dove si incrociano persone e volti di generazioni, provenienze, condizioni diverse, spesso segnati dall’emarginazione e dalla solitudine. Fra Riccardo Corti, responsabile della mensa, racconta.

Eccolo, lì nella fila con le orecchie basse… in fila come tutti gli altri, un po’ più incazzato con il mondo rispetto al solito… Arriva il tipo che settimana scorsa mi ha sputato addosso.

E sono lì alla porta, con le braccia conserte e con lo sguardo severo, sono lì che aspetto un suo cenno, una parola per chiedermi scusa… poi mi accorgo che zoppica…Qualcuno, a bassa voce, mi sussurra che l’hanno menato, e questa volta ne ha prese tante, ma tante davvero…

Mi approccio a lui e dentro sono un po’ infastidito, e mi preparo a reagire ad una eventuale sclerata… Poi alza lo sguardo e sul volto non ci sono i segni di violenza, ma lo sguardo di chi, al di là di tutto, ne sta prendendo tante e sta facendo fatica a starci dentro.

E in quello sguardo non ho visto quello di Gesù, ma il mio che a suo modo fa fatica a starci dentro, perché tutti, in un modo o nell’altro facciamo fatica, e tutti, in un modo o nell’altro, facciamo cavolate… Eppure c’è un altro Sguardo che sa vedere oltre, che sa aspettare, accogliere e anche, perché no, perdonare…
È entrato zoppicando, ho preso il suo vassoio, l’ho accompagnato al posto… e dentro, nonostante tutto, mi sta accompagnando una dolce melodia…