“Le donne a cui penso di notte”: artiste e scrittrici come fonte d’ispirazione. Insegnano a non arrendersi mai

Mia Kankimaki

Ci vuole una spinta, a volte, per riuscire a realizzare i propri sogni. Possiamo chiamarla anche “ispirazione”. C’è chi la trova nelle parole di familiari e amici e chi, come la scrittrice finlandese Mia Kankimaki, grazie a “Le donne a cui penso di notte” (Neri Pozza).

Non sono, ovviamente, donne qualunque. C’è per esempio Karen Blixen, che parte per l’Africa con il marito e finisce per gestire una piantagione da sola, la pittrice messicana Frida Kahlo con la sua maniera straordinaria di affrontare il dolore, l’artista d’avanguardia YaYoi Kusama che chiese di andare a vivere in un manicomio.

Ognuna, a modo suo, piena di coraggio. “Non sono modelli idealizzati – spiega Kankimaki – ma donne in carne e ossa che avevano moltissimi problemi, hanno condotto spesso esistenze difficili e tormentante, ma nonostante tutto hanno trovato un modo per esprimere il proprio talento”.

Lasciare il lavoro per scrivere a tempo pieno

Così ha fatto anche l’autrice, seguendone l’esempio, quando ha deciso di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. 

Nel volume Mia Kankimaki ha raccolto anche alcune foto particolarmente intense di queste donne, componendo la sua personale galleria di ritratti.

Sono per lei quasi “sante protettrici che mi indicano la strada da seguire”. Il titolo viene da un’autentica esperienza personale: “All’inizio pensavo a queste figure di notte quando non riuscivo a prendere sonno, per trovare il senso e la direzione della mia vita. Poi, però, mi è capitato che l’insonnia peggiorasse. Non riuscivo più a dormire perché pensavo continuamente a queste figure, lontane eppure per molte ragioni affascinanti e simili a me per attitudini e scelte. Mi sono chiesta dove abbiano trovato il coraggio per andare avanti e quale consiglio mi avrebbero dato se ci fossimo incontrate”.

Inseguire i sogni senza curarsi delle aspettative altrui

Così Mia si è messa in cammino per seguire le loro tracce: “Ho imparato da loro a rompere le barriere, a inseguire i miei sogni senza preoccuparmi delle aspettative, a non avere paura di allontanarmi dalle convenzioni e dalle tradizioni per fare qualcosa che gli altri non si aspettano”.

La scrittrice dopo il master in letteratura comparata all’Università di Helsinki lavorava nel mondo dell’editoria ma nel 2010 ha lasciato tutto ed è partita per il Giappone per scrivere il suo primo libro. Le artiste, scrittrici, intellettuali che le fanno da “muse ispiratrici” non sono prive di difetti, ed è proprio questo a farle sentire così vicine: “Ognuna ha elaborato una strategia personale ed efficace per superare le difficoltà ed è così che prendendo esempio da loro si impara a non arrendersi mai”.