Da cristiani di fronte alla guerra, utopia o realismo? Un incontro con le Acli

Riflettere sulla guerra “da cristiani”: è l’obiettivo dell’incontro in streaming online “Da cristiani di fronte alla guerra: utopia o realismo?” proposto nell’ambito della rassegna “Molte fedi sotto lo stesso cielo” venerdì 11 marzo alle 20,45. Ospiti saranno Fabio Corazzina e Rocco D’Ambrosio.

«Il clima di questi giorni, il dramma delle vittime, le parole dei capi di Stato, le azioni dell’Unione Europea non possono lasciare indifferenti i cristiani » osserva Daniele Rocchetti, presidente delle Acli di Bergamo.  

È inevitabile sentirsi smarriti, assaliti da mille dubbi: «II venti di guerra agitano la coscienza a tal punto che sembra impossibile non domandarsi oggi cos’è in gioco, cosa va fatto, cosa evitato. Di fronte ad una situazione concreta di conflitto la riflessione etica, filosofica e teologica chiede un continuo e saggio discernimento sulle scelte da operare per evitare pericolose polarizzazioni». Le Acli hanno quindi promosso l’incontro “con il desiderio di prendere in mano i dilemmi che ci abitano”. Rocco D’Ambrosio è docente di Filosofia politica presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana di Roma e Fabio Corazzina è stato coordinatore nazionale di Pax Christi. 

“Al centro del dibattito – prosegue Rocchetti – saranno alcuni nodi cruciali del pensiero sulla guerra: dalla legittima difesa alla liceità dell’aiuto militare ad un Paese aggredito, dalla resistenza non violenta alle condizioni che rendono necessario l‘utilizzo della forza. Tutte questioni che nella storia della Chiesa sono state messe a fuoco ma che richiedono una attenzione elevata e un’aderenza alle situazioni concrete. Non sarà solo l’occasione per parlare di guerra ma soprattutto di pace. Parlare di pace oggi è un compito arduo: significa fare i conti con le inevitabili ambiguità che il termine e la sua comprensione comportano. Questo è dovuto forse al fatto che la guerra appare come una parola forte, che richiama eventi storici e aspetti della cultura di appartenenza o delle culture di altri popoli. La pace, d’altro canto, risulta una parola debole, senza un adeguato quadro di riferimento antropologico, la collochiamo in una dimensione emozionale, oscillante tra lo slancio emotivo e il buon senso. Per questo, nel corso della storia, abbiamo avuto una “teologia della guerra” (giusta, ma della guerra), una “letteratura della guerra”, una “musica della guerra” ma quasi mai una teologia, una letteratura, una musica “della pace”. Mai come oggi occorre ridare senso a questa parola, perché possa tornare ad essere pertinente per l’uomo di oggi». 

L’appuntamento sarà visibile sul canale Youtube e sulla pagina Facebook di Molte fedi sotto lo stesso cielo, Acli Lombardia ed Eppen.