Tacciano le armi. Cosa vuol dire essere coraggiosi nella speranza

bandiera della pace

Nei Concorsi di bellezza durante il breve interrogatorio alle miss, non manca mai la domanda: “quale è la cosa più importante per te? C’è sempre una giovane modella che risponde: “La pace nel mondo”

È vero, La pace è una delle realtà più grandi e significative da difendere con il cuore e i gesti, ma è anche, negli ultimi decenni, la realtà più infranta e inesistente in tanti Paesi. 

Oggi che la stessa Europa dopo più di 70 anni sperimenta una guerra in casa, nella vicinissima Ucraina, quale è il contributo che gli uomini di buona volontà e i cristiani possono dare??

Questa è la domanda cruciale a cui dobbiamo rispondere.

Certamente un contributo di aiuti umanitari, di ospitalità per chi fugge dalle bombe, un contributo di preghiera per sostenere spiritualmente una nazione ricca di spiritualità e significative tradizioni religiose.

Un contributo fatto anche di cammini in piazza per manifestare il nostro disagio e la nostra contrarietà all’uso della forza e della violenza.

Cosa serve per essere davvero operatori di pace

Per essere davvero “operatori di Pace “come dice il vangelo secondo Matteo, è necessario scegliere chiaramente da che parte stare e se stiamo dalla parte del vangelo e di Gesù, dalla parte della Pace, allora non “avremo paura” e saremo capaci di accettare piccole o grandi privazioni alle nostre vite quotidiane (disposti a rimanere al freddo, ad avere meno pasta sugli scaffali dei supermercati, a vedere i nostri patrimoni diminuire ecc)

Ogni  sacrificio è un contributo per salvare un Popolo molto più provato di noi e per non lasciarli soli e abbandonati  alla prepotenza.

È un modo concreto per dimostrare la nostra fratellanza e il destino comune che abbiamo con gli Ucraini e tutti i popoli martoriati dalla guerra.

Come scrive Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”

“Beato colui che ama l’altro … un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio … che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita.”

Essere operatori di pace significa non solo gridare la pace, non solo marciare per la pace, non solo pregare, ma soprattutto essere disposti a qualche sacrificio perché tutti possano vivere in un mondo pacificato.

“Dio sta con gli operatori di pace”

Papa Francesco

La guerra nel “cuore” dell’Europa con le sue tremende immagini, ci riguarda tutti, ci deve riguardare, perché ogni guerra porta insieme alle sofferenze anche una serie di conseguenze che coinvolgono tutti e di cui serve a poco lamentarsi se non si è fatto tutto quanto possibile perché ciò non accadesse.

Sperare con il cuore aperto. Insegnare ai ragazzi a credere nei valori

Certamente non è facile convincere ed educare i nostri ragazzi che i principi studiati a scuola, valgono ancora e non vincerà la legge del più forte e del prepotente.

In questi giorni si sente da molte parti una semplice constatazione ….”Dopo tante sofferenze e morti in tutta Europa e nel mondo a causa della pandemia, che bisogno c’è di provocare altre sofferenze e altre morti? Quali minacce e quali interessi si possono e devono tutelare, calpestando il diritto alla vita e ad una vita pacifica di altri popoli?”

Cosa raccontiamo ai nostri figli, ai  nostri nipoti? che la legge del più forte prevale ancora? Cosa insegniamo ai nostri studenti? che il rispetto dei confini è solo teorico e ciascuno può invadere il terreno del vicino? 

E quante altre domande gli uomini di buona volontà continuano a porsi … 

Speriamo davvero che i principi fondamentali valgano ancora, che non vinca la legge del più forte e che  le forze del Male alla fine non prevarranno e per questo continuiamo a vegliare, digiunare, pregare, sperare con il cuore aperto all’umanità sofferente.