Bergamo e il Sinodo 2021-2023. Uno spazio di confronto per ragionare sul futuro

Articolo pubblicato su L’Eco di Bergamo del 10 marzo 2022

Sin dagli inizi, i Sinodi si sono rivelati degli strumenti pastorali fecondi poiché hanno consentito alla Chiesa di rispondere in modi nuovi – ovvero aggiornando i linguaggi, le regole, le consuetudini e le prassi – alla domanda di sempre: come testimoniare ed annunciare il Vangelo per questo tempo? Dallo scorso 10 ottobre la Chiesa tutta è nuovamente coinvolta in un evento sinodale. Il momento assembleare dei vescovi avrà luogo a Roma nell’ottobre 2023, ma siamo già in Sinodo poiché siamo già immersi nella sua fase di consultazione. Il Sinodo, infatti, non è un evento puntuale, ma un cammino che si dispiega nel tempo. 

Sinodalità non è cercare una maggioranza, ma ascolto e scambio

Rivolgendosi ai rappresentanti dell’Azione Cattolica italiana nell’aprile dello scorso anno papa Francesco affermava: «La sinodalità non è cercare una maggioranza, un accordo sopra soluzioni pastorali che dobbiamo fare. Solo questo non è sinodalità; questo è un bel “parlamento cattolico”, va bene, ma non è sinodalità. Perché manca lo Spirito».

Il cammino sinodale è un evento spirituale: è la Chiesa che, attraverso uno scambio “spirituale” tra i suoi membri (inclusi i più poveri!), cerca di mettersi in ascolto di ciò che lo Spirito le suggerisce.

Serve dunque un clima di preghiera e urge un dialogo intenso: al Sinodo il discernimento ultimo spetta ai vescovi; ma lì i vescovi “portano” la fede del loro popolo. Secondo un antico adagio, nella Chiesa ciò che riguarda tutti deve essere da tutti trattato.

È quanto accaduto, per esempio, quando la Chiesa ha celebrato i due Sinodi sulla famiglia: «Come sarebbe stato possibile parlare della famiglia senza interpellare le famiglie, ascoltando le loro gioie e le loro speranze, i loro dolori e le loro angosce?», si chiedeva il papa.

I vescovi si sono lasciati sollecitare da quel “fiuto spirituale” (istinto della fede) che l’insieme del popolo di Dio, per assistenza dello Spirito, possiede ed è a partire da quel “materiale” che, radunati fisicamente in assemblea sinodale, hanno elaborato il loro discernimento su “amore e famiglia” e l’hanno consegnato al papa che lo ha poi restituito alla Chiesa nell’esortazione Amoris laetitia

A caccia di nuovi modi per camminare insieme

Nel caso del Sinodo in cui siamo coinvolti oggi, qual è il tema in esame? Quello della sinodalità. Dunque: un Sinodo sul Sinodo? Non proprio. Non si tratta, infatti, di migliorare le procedure di un’assise. Si tratta semmai di riflettere sulla capacità della Chiesa di “farsi sinodale”.

Troppe volte essa appare attraversata da tensioni disgregatrici invece che risultare luogo del “camminare insieme” (da fratelli) dei discepoli di Gesù; e troppe volte essa appare un corpo ostile e teso all’autopreservazione piuttosto che un riflesso della bellezza del Regno di Dio che “cammina insieme” a tutta l’umanità. Ad ogni Chiesa locale è chiesto di interrogarsi e di individuare quali passi lo Spirito invita oggi a compiere per crescere in questo “camminare insieme”.

I contributi delle diverse diocesi verranno raccolti a livello nazionale per approdare nel 2022-2023 ad un confronto a livello continentale. Dagli apporti delle Chiese dei continenti del mondo emergerà il tracciato per l’incontro sinodale dei vescovi dell’ottobre 2023. 

Rilanciare le forme di servizio al Vangelo dopo la pandemia

Una specifica riguarda la Chiesa italiana: il materiale raccolto dalle consultazioni in atto nelle diverse diocesi per il Sinodo della Chiesa universale consentirà di elaborare alcune tematiche pastorali per un cammino sinodale all’italiana.

Le Chiese che sono in Italia, infatti, escono piuttosto affaticate da questi due anni di pandemia e necessitano di un adeguato tempo di preghiera e riflessione per rilanciare le forme del loro servizio al Vangelo. La ripetizione pastorale non tiene più. 

Anche la diocesi di Bergamo si è attivata: attorno alla domanda sinodale del “camminare insieme” si sono sinora confrontati il Consiglio Presbiterale Diocesano, il Consiglio Pastorale Diocesano, i Consigli Pastorali Territoriali delle CET, la CDAL, alcune Associazioni e Fondazioni, e gli Uffici di curia.

La sintesi di tale consultazione, elaborata da una Segreteria scelta dal Vescovo, verrà inviata alla CEI entro la fine del mese di aprile; poi si seguiranno gli ulteriori passi che starà ai Vescovi italiani proporre.