Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. La stoltezza di Dio

“Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini,
e ciò che è debolezza dei Dio è più forte degli uomini” (1Cr 1,25)

Qui Paolo sta certamente pensando alla Croce […]
il luogo più luminoso di una manifestazione di una triplice potenza:

la forza del Cristo che ha obbedito sino alla morte, senza sottrarsi (Fil 2,8);
la forza di un amore che nulla riesce a scoraggiare,
più forte della violenza che subisce (rifiutato da noi, Gesù muore per noi);
la potenza di una parola (la parola della Croce) che
– come Paolo sperimenta nella sua evangelizzazione –
paradossalmente coinvolge e convince, a dispetto di ogni apparente debolezza,
mostrando in tal modo che “ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”.

Bruno Maggioni, Come la pioggia e la neve

Maggioni inserisce questa riflessione in un capitolo dedicato alla fortezza e la terza provocazione, sulla parola della Croce, mi fa riflettere su come annuncio la mia fede. Nei percorsi fatti con gli adolescenti in parrocchia spesso faccio un passo indietro rispetto all’annuncio di questa storia di un Dio che muore in croce e risorge. Non è facile raccontare ancora questo passaggio della storia di Gesù, tutti lo conoscono. È una storia davvero strana da credere. E, appunto, parla realmente di una stoltezza di Dio. Raccontiamo molto più volentieri la bontà e la sapienza di Gesù capace con parole e gesti di annunciare un’umanità nuova e bella, spesso lo si definisce un “rivoluzionario”.

Eppure sappiamo che il centro della storia di Cristo sta proprio nell’evento morte-resurrezione. Certo serve trovare modi sempre nuovi per avvicinarci a questo mistero. Quindi nei momenti forti dell’anno, soprattutto durante la quaresima, proviamo a pregare insieme ai ragazzi meditando su questo passaggio. Cerchiamo di non sovraccaricare il momento di preghiera, limitando stimoli e spunti, per lasciare spazio al Vangelo. Mi è capitato diverse volte di osservare una partecipazione inaspettata, gli adolescenti sono colpiti da questa storia (proprio come capita a ciascuno quando si ferma a contemplare nuovamente questo mistero).

I ragazzi spesso hanno un foglietto su cui annotare preghiere o riflessioni. Il tempo che lasciamo loro deve essere abbondante perché molti iniziano a scrivere molto. Vedere delle righe fitte sui loro foglietti fa capire che hanno tanti pensieri e vissuti (esatto, già da adolescenti!) che con fiducia raccontano a quel Dio tanto strano.

Questa storia della debolezza di Dio è davvero un mistero, viene da dire davvero che è una vera potenza!