Gandino, laboratorio di danza e gioco per i bambini in fuga dalla guerra

danza nel buio

« Martedì scorso stavo guardando il telegiornale : stavano trasmettendo le immagini di queste mamme con bambini in fuga dalla guerra.

Il primo pensiero è andato proprio ai piccoli, che facevano una vita normale, e che hanno dovuto lasciare e interrompere tutto, dalla scuola, allo sport. E così è nata l’idea di ospitare i bambini che si trovano sul nostro territorio nel laboratorio di danza&gioca appena partito ».

Lidia Salvatoni, fondatrice e insegnante della scuola di danza Fuorididanza di Gandino, racconta al Santalessandro l’iniziativa che ha preso il via settimana scorsa : approfittando della partenza del laboratorio di danza&gioco « La principessa e il ranocchio », rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni, Lidia ha esteso la partecipazione ai bambini ucraini presenti sul nostro territorio, ospiti di qualche famiglia o realtà locale. Un modo per offrire loro un momento di svago e di divertimento, distogliendoli, perlomeno durante questo lasso di tempo, da ciò che stanno passando. 

La prima allieva: Sonia, 4 anni. Un gesto di gentilezza

« Non è un fare la carità o attuare delle differenza tra un bambino italiano ed ucraino, ma offrire qualcosa in amicizia » aggiunge.

Al laboratorio si è presentata giovedì pomeriggio la piccola Sonia, di 4 anni, giunta a Leffe dall’Ucraina per rifugiarsi dalla nonna Nadia, che da tempo vive in Valgandino.

« Mi sono attivata  per la lingua : la mamma di una mia allieva è ucraina, e le ho chiesto se poteva venire a fare da interprete. E’ arrivata questa bambina, Sonia, con un pelouche in mano, con sua mamma, che è entrata con lei e l’ha ripresa mentre stava ballando, sorridendo vedendo la felicità negli occhi della figlia ». 

Il laboratorio di danza dura sei settimane : l’invito è che altri bambini si uniscano : « Non c’è bisogno di avvisare o prenotarsi, possono presentarsi direttamente al laboratorio. Spero che vengano anche altre bambine: mi fa piacere accoglierle, vedere che sorridono. Ho notato che anche un gruppo che riunisce diverse scuole di danza di Bergamo ha aperto le proprie lezioni ai bambini e ragazzi ucraini ospitati sul territorio.

A volte basta un input e poi cominciano tutti, è una cosa bella e positiva. L’ho fatto come iniziativa spontanea, mi è proprio venuto come un flash vedendo quelle immagini al telegiornale. Speriamo che sia breve il loro periodo di permanenza e che possano tornare presto a casa e alla loro quotidianità ».