In viaggio con Pippo Delbono per riscoprire la gioia. Altri Percorsi in scena al Donizetti

Pippo del Bono in scena per Altri Percorsi al Teatro Donizetti. Foto Luca Del Pia

“Gioia è una parola che fa paura – dice Pippo Delbono – perché è stata banalizzata, strumentalizzata, buttata via. Ma forse l’abbiamo un po’ dimenticata ed è qualcosa di profondo che è dentro di noi. Questo spettacolo è un cammino, un tentativo, un viaggio pensato nel vuoto, evitando le scenografie, concentrandosi sulle persone”.

Si addentra nella grammatica dei sentimenti “La Gioia” in scena per la Stagione di Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti giovedì 24 e venerdì 25 marzo (ore 20.30) al Teatro Donizetti.

“Ho la fortuna di avere nella mia compagnia – sottolinea Delbono, autore e regista, in un video di presentazione dello spettacolo – tante persone che sono analfabeti, o perché arrivano da una terra lontana, perché sono rifugiati oppure, come Bobò, sono stati in un manicomio, o Gianluca, un ragazzo con sindrome di Down. Sono diventati esempi d’arte fondamentali per me in un momento complicato, in cui si perde il senso profondo del teatro, del cinema, dell’arte. In questo spettacolo ritrovo la semplicità di un viaggio che cerca di arrivare alla gioia”.

Alla scoperta della gioia con la magia del circo

Ci sono bellezza e mistero nella gioia secondo Pippo Delbono, che rifugge invece dall’immagine stereotipata che il mondo del marketing e dei social offrono di questo sentimento. Per arrivarci, sottolinea il regista, bisogna passare anche attraverso l’angoscia e il dolore. In scena si ritrovano un vortice di suoni, immagini, movimenti, balli che si fondono con la magia del circo, i colori dei clown e la malinconia del tango, in una girandola caleidoscopica di maschere, storie personali, stati d’animo, lungo un racconto semplice ed essenziale. 

Con questa creazione Pippo Delbono prosegue il cammino intrapreso con il suo straordinario gruppo di attori/performer, ancor più dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa di Bobò, fedele compagno di scena a partire dal loro incontro avvenuto nel 1995 nel manicomio di Aversa. 

Protagonista di molti spettacoli, icona poetica e anima del teatro di Delbono, Bobò continua ad essere una presenza-assenza dentro e fuori la scena. 

Gli attori della compagnia salgono sul palcoscenico uno dopo l’altro e prendono il pubblico per mano, ognuno con il suo diverso sentire, e ne fanno un compagno di viaggio, parte di una comune ricerca inesauribile. 

Maschere, danze, clownerie: sul palcoscenico scorre un viaggio

Storie personali, maschere, danze, clownerie, memorie sono tutte sfuggenti immagini di persone alla ricerca della gioia. Ogni replica dello spettacolo regala una sorpresa, a chi decide di mettersi in cammino e seguire il ritmo della compagnia e di questa ricerca infinita della gioia.

Racconta Pippo Delbono: «Ho scelto di intitolare questo mio spettacolo con una parola che mi spaventa, che mi ricorda immagini di famiglie felici, bambini felici, paesaggi felici. Tutti morti, tutti finti. 

Ero partito da La morte di Ivan Il’ič di Lev Tolstoj: in questo racconto il personaggio principale, nei suoi ultimi attimi di vita, ripercorre la sua esistenza e tutti i periodi più tristi della sua vita con uno sguardo nuovo carico di pace e dolcezza. 

Questo è stato il punto di partenza. Più tardi questo percorso ha preso altre strade. La gioia è l’ultima tappa di un cammino che sto facendo da più di 20 anni con la mia compagnia. 

Un ricordo speciale di Bobò, per 47 anni in manicomio

Questa mia compagnia che è nata da incontri con attori, danzatori, ma soprattutto con persone. Che provengono da luoghi diversi della vita. Penso soprattutto a Bobò, scomparso nel 2019, che è stato 47 anni in un manicomio. Sordomuto, analfabeta. Che è diventato il protagonista assoluto di tutti i miei spettacoli, di tutti i miei film e delle mie opere liriche, a cui è stata dedicata una grande retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi. 

Un uomo che ha rivoluzionato i linguaggi del teatro: il suo essere diverso ha contaminato fortemente il mio lavoro. E questo spettacolo è il cuore di questa storia. In questo spettacolo Bobò porta il circo, porta quell’ innocenza. Porta, come dico nello spettacolo, il segreto profondo del teatro».

In scena, oltre allo stesso autore ci sono: Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella, con la voce di Bobò. Composizione floreale di Thierry Boutemy. Musiche di Pippo Delbono, Antoine Bataille, Nicola Toscano e autori vari. Luci di Orlando Bolognesi. Costumi di Elena Giampaoli. Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale; coproduzione Théâtre de Liège, Le Manège Maubeuge – Scène Nationale. Durata 1 ora e 20 minuti senza intervallo.

L’incontro con Pippo Delbono, inizialmente previsto per il pomeriggio di venerdì 25, non avrà luogo.