L’importanza del volontariato e la carità spiegata ai bambini

Un’esperienza delle volontarie vincenziane di Montello

Eugenia e Rosa sono due volontarie storiche della Conferenza di Montello. Il legame tra giovanissimi e i volontari del loro territorio è ben coltivato da tempo: si organizzano momenti di incontro, narrazione e coinvolgimento con molte delle realtà locali attive. 

Nelle classi quinte della scuola Primaria e nelle classi prime della secondaria del paese, Rosa ed Eugenia hanno varcato la soglia delle aule scolastiche, per testimoniare la propria esperienza di volontariato e coinvolgere i ragazzi nella riflessione sul significato e sul ruolo del volontario. Dalla narrazione semplificata della vita del fondatore, Federico Ozanam, si è passati all’attività di scoperta delle numerose realtà di volontariato del territorio, per terminare con la testimonianza dell’esperienza concreta delle vincenziane attive in Montello.

Da questa esperienza i bambini hanno voluto esprimere le proprie opinioni, pensieri, scoperte, realizzando un piccolo libro di disegni e frasi che hanno poi donato alle volontarie.

Alcune di queste riflessioni sono rappresentative di un sentire condiviso da molti di loro:

Dell’incontro con le volontarie mi ha colpito il racconto della vita del papà del fondatore dell’Associazione San Vincenzo. Era un medico che nel 1800 ha rinunciato alla carriera per curare i poveri”.

“Oggi sono venute delle volontarie a parlarci di cosa fanno per i poveri. La cosa che mi ha colpito è che alcune persone rinunciano alla carriera per aiutare i poveri”.

“Oggi sono venute a scuola due volontarie dell’Associazione San Vincenzo de Paolo. La loro voglia di aiutare le persone e anche il fatto storico della fondazione dell’associazione da parte di Federico Ozanam mi ha tanto appassionato”.

“Una delle cose che mi ha colpito di più è stato quando hanno parlato dell’associazione e di cosa fanno per i bambini malati, le persone anziane e le persone senza cibo, vestiti, ecc. Sono molto felice che anche nei paesi piccoli ci siano persone che hanno voglia di aiutare il prossimo senza prendere soldi per questo lavoro bellissimi”. “una cosa che mi ha colpito è il fatto che aiutano tutte le persone e che non lasciano indietro nessuno, e che la maggior parte del tempo e dei soldi li danno alle persone in difficoltà. Queste persone fanno la differenza”.

“Mi ha colpito molto che oltre a dare alimenti e vestiti, fanno compagnia agli anziani che vivono da soli e che l’Associazione San Vincenzo è in tutto il mondo per aiutare tante persone. Una volta al mese vanno a ritirare il cibo al Banco Alimentare a Milano da donare a che ha bisogno”.

“A me ha colpito molto la generosità e la loro voglia di aiutare bambini, adulti, gli anziani. Le ammiro molto, è un lavoro molto impegnativo e non sono in tanti, ma la cosa che mi ha stupito di più è il loro cuore grande”.

Mi ha colpito che si incontrano pe organizzare le loro attività, donano tempo e denaro a chi ne ha bisogno e anche che è da molto tempo che esiste questa associazione ed è diffusa in tutto il mondo”

“A me ha colpito il fatto che non devono fare le cose proprie, ma dedicano tempo anche agli altri e non è facile”

“La San Vincenzo è gentile, forte, amorevole e affettuosa. LA San Vincenzo vuol dire pace e amore.” 

Questa piccola esperienza si rende significativa e importante all’interno di una comunità in cui è davvero fondamentale essere testimoni credibili del Vangelo. Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium ci chiede proprio questo: Se si segue Gesù felici di essere attratti da lui, gli altri se ne accorgono. E possono stupirsene. La gioia che traspare in coloro che sono attirati da Cristo e dal suo Spirito è ciò che può rendere feconda ogni iniziativa missionaria. 

Nella Lettera Pastorale 2020-2021 del nostro Vescovo Francesco troviamo la sollecitazione legata al suscitare stupore: l’esercizio della memoria e la pratica del memoriale di ciò che Dio ha fatto per noi, sono capaci di suscitare stupore e diventano condizioni per alimentare il sentimento della gratitudine. Non dobbiamo stupire, ma stupirci: testimoniamo il nostro stupore! Dallo stupore e dalla gratitudine, scaturirà̀ la gratuità della missione: non si tratta di costringere e nemmeno di sentirsi costretti. Il processo generato dalla grazia ha i connotati della libertà. E nella medesima lettera troviamo che la missione di servire la Chiesa si accompagna alla pazienza, alla gratitudine e all’umiltà: Si tratta di annunciare, testimoniare, incarnare, servire il Vangelo nei luoghi e nei tempi dove si viveServiamo la vita, dove la vita accade!

Rosa ed Eugenia hanno provato a fare quello che viene chiesto ad ognuno di noi: testimoniare la gioia della fede. La gioia, dunque, è essenzialmente una cosa sola: «Orientare a Gesù – precisa Papa Francesco -. E la gioia deve essere la caratteristica della nostra fedeAnche nei momenti buiquella gioia interiore, di sapere che il Signore è con me, che il Signore è con noiche il Signore è risorto.

E lo hanno fatto con i più piccoli, con coloro che sanno ancora davvero stupirsi e ci restituiscono messaggi di speranza e desiderio, facendo stupire a nostra volta.

Testimoniare dell’amore di Dio e di carità è ciò che possiamo fare ogni giorno nella nostra quotidianità, senza timore di non essere compresi o di essere inascoltati. Rosa ed Eugenia volevano portare un messaggio di solidarietà reciproca, di ascolto e amore. Hanno ricevuto molto di più, come spesso accade ai volontari.