Scuola, la ripresa educativa post-pandemia punta sulle emozioni

Fin dai primi anni di frequenza, lo stare bene a scuola ha bisogno di essere considerato su più livelli che concedano di edificare quelle che saranno le basi per sentirsi efficaci, capaci, compresi e di tollerare le frustrazioni e i fallimenti sotto diversi punti di vista: scolastico e personale. 

L’attuale pandemia ha portato in evidenza molte debolezze del contesto scolastico, tra cui la “fatica” dell’insegnamento e l’eccesso di tempo dedicato al fare (azioni, compiti, lezioni, attività…) rispetto al nutrimento dell’essere (tempo per sostare, respirare, coltivare le relazioni, libertà di scelta, autonomia, gestirsi e conoscersi a fondo).

Non solo “fare”. Alla ricerca del benessere emotivo

Scegliendo di affrontare queste fragilità come occasione per dare nuove possibilità a chi educa, è essenziale dare vita a spazi e attività formative che abbiano come scopo quello di fare della scuola un luogo dove perfezionarsi non solo a livello didattico, ma anche a livello socio-emotivo valutando il presente come momento propizio per iniziare il processo di cambiamento e acquisizione di nuove competenze.

Viene così inaridito e sgretolato  quel sentiero educativo che fa parte dello sviluppo di ciascuno di noi per crescere consapevoli, emotivamente competenti e cittadini con senso civico, democratico e accogliente verso la diversità.

Favorire e supportare la classe come risorsa

Vale soprattutto per alunni con bisogni educativi speciali e disturbi specifici dell’apprendimento, favorendo e supportando il contesto classe nella sua globalità come risorsa e chiave per un benessere emotivo e sociale che sia realmente per tutti e tutte.

La scuola, da luogo di distribuzione di sapere ancora troppo spesso trasmissivo, deve invertire al più presto la rotta per guadagnarsi la nuova immagine di territorio fertile dove sia insegnanti che bambini e bambine possano imparare prima di tutto a lavorare su di sé, avendo come fine educativo tre punti essenziali: la postura non giudicante verso persone o situazioni; la valorizzazione del presente come tempo di crescita e cambiamento, la gratitudine verso insegnanti, compagni/e, spazi e natura come nuovo modo di percepire le relazioni.

La consapevolezza di sé in tre punti a scuola dovrebbe:

  1. Far riflettere di meno e dare occasioni di osservazioni più a lungo;
  2. Favorire il pensiero critico del “perché” invece del “come mai”
  3. Impostare degli obiettivi personalizzati dal punto di vista emotivo

Chi è Sofia Dal Zovo

Formatrice educativa nazionale e specialista di benessere emozionale, è la pedagogista fondatrice del centro LeRaise Pedagogia & Scuola. È Supervisore Educativo e Coordinatore di servizi per l’infanzia e insegnante di Mindfulness per le realtà educative per ragazzi e docenti di ogni ordine e grado. Collabora con INDIRE, Mondadori e Rizzoli e il Center of Resilience and Social Emotional Health di Malta e la Libera Università di Bolzano per la Didattica Inclusiva. È attiva su tutto il territorio italiano con formazioni e interventi rivolti a scuole, associazioni di ragazzi e genitori e gruppi di lavoro che hanno la passione per il cambiamento, le sfide e il desiderio di scoprire nuovi modi di fare educazione partendo dalla consapevolezza di sé. Cura una rubrica online e televisiva per genitori e insegnanti che si intitola “EduchiAmo” attiva su Youtube. È coautrice del libro L’Analfabetismo pedagogico: cos’è e come si cura (Aracne, 2019) e autrice dell’ultimo volume Mindfulness e benessere per le scuole (2020) e di numerosi articoli su riviste nazionali e internazionali.