Dopo l’incontro del Papa con gli adolescenti: “Diamogli un ruolo da protagonisti. Gli adulti ascoltino di più”

Sostenere il lavoro degli educatori e il ruolo importantissimo degli oratori, ma soprattutto offrire sempre di più agli adolescenti e ai giovani un ruolo da protagonisti nelle comunità cristiane. Sono queste secondo don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, le indicazioni più importanti emerse dall’incontro #Seguimi del Papa con oltre ottantamila adolescenti italiani riuniti nel lunedì di in piazza San Pietro.

Che cosa resta di questo incontro? Quale è stato l’aspetto più interessante?
Non ci aspettavamo questo tipo di risposta da parte dei ragazzi. Siamo partiti con entusiasmo perché eravamo convinti che gli adolescenti avessero bisogno di un momento come questo. Gli ultimi due anni sono stati molto difficili per loro, hanno sofferto. Però avevamo anche molti dubbi su come avrebbero potuto andare le cose. Quando abbiamo lanciato l’idea dell’incontro, nello scorso mese di novembre, era ancora elevato il livello dei contagi da covid-19.

Non sapevamo se gli adolescenti avrebbero aderito, non era così scontato. Nell’ultimo mese, invece, le iscrizioni sono lievitate a vista d’occhio. Siamo rimasti davvero molto sorpresi. I numeri ci dicono che la nostra intuizione andava nella direzione giusta. Questi ragazzi hanno rivelato alcune cose: prima di tutto una grande capacità di ascolto. La piazza era vivace, allegra, piena di colori ma anche molto composta quando era il momento.

Sul palco ci sono state testimonianze molto forti da parte degli adolescenti.
Siamo rimasti molto colpiti dal modo in cui si sono messi in gioco. Studenti di quarta superiore hanno parlato di sé con molta sincerità e naturalezza, senza leggere dei testi già preparati. Per di più lo hanno fatto davanti al Papa e davanti a piazza San Pietro ricolma di gente.

Alla fine anche loro hanno offerto una riflessione e una lettura del Vangelo. Questo mi fa venire in mente un aspetto di cui si è parlato molto dal Concilio in avanti ma di cui nel tempo ci siamo anche un po’ dimenticati.

Anche i ragazzi sono abitati dallo Spirito, dobbiamo smettere di considerarli solo destinatari di qualcosa e non protagonisti. Sono capaci, per esempio, di aiutarci nella lettura del Vangelo.

Non possiamo quindi pensare di stare con loro ed educarli soltanto proponendo loro dei contenuti. Nell’educazione c’è un principio di reciprocità per cui anche gli adulti devono iniziare ad ascoltare di più.

Nelle ultime settimane la guerra ha catalizzato l’attenzione di tutti i media. Poco prima che iniziasse, però, tutti erano concentrati piuttosto sul disagio che stanno vivendo gli adolescenti. Noi avevamo ben presenti questi segnali, che stavano emergendo in modo forte. La loro risposta forte all’evento manifesta il desiderio e l’entusiasmo di esserci ma anche il bisogno di ristabilire dei legami, di rivedere i loro amici e di ritrovarne di nuovi.

Che cosa resta di questa esperienza? Quali indicazioni offre per il futuro?

Spero che queste giornate restituiscano slancio agli educatori. Il loro lavoro è veramente oscuro, quindi qualche volta è normale che siano tormentati dai dubbi, che si chiedano se vale la pena di procedere in mezzo a tante fatiche. Spero che trovino un po’ di sostegno e di aiuto da questo incontro. Spero anche che impariamo da queste occasioni, rileggendo le narrazioni pessimiste secondo le quali nella Chiesa non funziona più niente, l’epoca dei grandi incontri è finita e così di seguito. Ci vogliono equilibrio e attenzione, ci sono sempre ragazzi, giovani, uomini e donne che sono alla ricerca della loro storia e del senso della vita e in questa ricerca il Vangelo e la Chiesa hanno una parola da dire, con molta umidità e semplicità ma con la convinzione che ci sia molto spazio per ciò che siamo chiamati a essere e a fare.

Da dove nasce a suo parere il successo di questo incontro?

Gli oratori hanno svolto un ruolo importantissimo. Il loro lavoro è fondamentale e merita di essere sostenuto. Intanto ci prepariamo a nuove sfide: a fine mese ci sarà il convegno nazionale della Pastorale Giovanile e ci metteremo al lavoro per proseguire il cammino degli adolescenti, “Seme diVento”. Il prossimo grande appuntamento è quello con la Gmg del 2023 a Lisbona.