Santa Lucia, volontari in prima linea con le lezioni di italiano. La comunità si “auto-tassa” per solidarietà

tempio votivo S.Lucia fronte

«Conservare la pace come un dono prezioso». E farlo con una macchina solidale che accoglie i profughi ucraini, si autotassa per sopperire alle loro necessità e li aiuta a superare la barriera linguistica. La comunità cristiana di Santa Lucia alimenta quotidianamente questo suo impegno.

A settant’anni dalla consacrazione della chiesa parrocchiale del quartiere – il Tempio Votivo voluto dall’allora vescovo di Bergamo, Adriano Bernareggi, perché la città era stata risparmiata dalle bombe della Seconda guerra mondiale -, l’edificio simbolo della pace è il centro di una serie di azioni pro ucraini, in favore degli esuli in fuga dalla guerra.

«A Santa Lucia stiamo ospitando una quindicina di esuli – ha detto don Giambattista Boffi, parroco di Santa Lucia -. Alcuni sono nelle nostre case parrocchiali, altri in appartamenti dati gratuitamente dai parrocchiani». Un ragazzo audioleso abita nella casa in oratorio (e a breve lo raggiungerà la sua ragazza), sei profughi stanno in un appartamento mentre altri tre entreranno a breve in un’altro in via Nulla. In un monolocale (di quelli usati per l’accoglienza già dai tempi dell’ex ospedale) vive ora una ucraina con sua figlia.

Alla Casa del Sole (vicino ai Riuniti) ci sono infine, grazie alla collaborazione con l’associazione Paolo Belli, una signora, i suoi due figli e la mamma.

«Abbiamo proposto ai parrocchiani una tassazione mensile: vi hanno aderito un centinaio di famiglie, qualcuna donando già per un’intera annualità, e usiamo questi soldi per gestire al meglio le necessità degli ucraini presenti nel nostro quartiere», ha raccontato il parroco. In più, in oratorio di via Santa Lucia, è attiva dal lunedì al venerdì (per circa due ore al giorno) una scuola di italiano nata per agevolare l’integrazione degli esuli, aiutandoli così ad inserirsi al meglio nella comunità. La scuola di prima alfabetizzazione, al via lo scorso 11 marzo, è organizzata da due parrocchiane: Maria Chiara Pesenti, docente di russo al dipartimento di Lingue, letterature e culture straniere dell’Università di Bergamo, e Giovanna Asperti, esperta di insegnamento dell’italiano a studenti stranieri, curatrice del programma del corso. «Ad oggi hanno partecipato circa una quindicina di ucraini. Il corso è possibile anche grazie all’impegno di alcune mie studentesse di lingua russa all’università che, in ateneo, si sono proposte per essere utili e ora si impegnano con entusiasmo pur non essendo di Santa Lucia – ha detto la professoressa Pesenti -. Queste ragazze si alternano, durante la settimana, come insegnanti volontarie. Sono Federica Rota, Roberta Chiarelli, Elisabetta Basile, Jasmine Grazioli, oltre alla mamma di quest’ultima, Anjelika Zarutskaya. Io stessa sono presente per accogliere i nuovi esuli che arrivano in oratorio per questa scuola». L’idea alla base è quella dell’accoglienza: «Accettiamo tutti gli ucraini che via via arrivano a Bergamo, anche in altre zone della città, anche a lezioni già iniziate – ha concluso Pesenti -. La nostra competenza del russo, parlato dagli ucraini, è preziosa in questo momento. Accogliamo con questo strumento, cercando di portare un po’ di calore umano in una situazione così terribile». 

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