Conto alla rovescia per il Cre: “Abbiate un cuore tenero per abbracciare il mondo”

A tre anni dall’ultima presentazione del Cre, il Seminario Vescovile di Bergamo torna a popolarsi di adolescenti che, durante la prossima estate, si spenderanno come animatori. Sin dai primi istanti dell’evento, circa 2.500 ragazzi hanno dimostrato tutta la loro voglia di tornare ad essere protagonisti dell’estate attraverso la loro presenza e il loro entusiasmo. Tutto è iniziato con due momenti di animazione distinti tra chiesa Ipogea e auditorium, per poi convogliare in unico viaggio alla scoperta delle emozioni.

Un Cre da “Batticuore”, fra ricordi e meraviglia

I primi momenti di animazione sono stati segnati dai ricordi e dalla meraviglia. Se in auditorium gli animatori UPEE hanno ripercorso gli ultimi anni del CRE per introdurre tutti i presenti a un’estate da Batticuore, in chiesa Ipogea si è iniziato subito a cantare sulle note di Valerio Baggio accompagnato dalle esibizioni dell’Orobica Ginnastica. Con la canzone “Batticuore” è iniziata ufficialmente la presentazione del CRE 2022, il cui obiettivo era quello di presentare il tema e valorizzare tutte le emozioni che si vivono in un “pezzo di vita” come quello del CRE.

Un viaggio nel mondo delle emozioni

Le diverse tappe di questo viaggio sono state segnate da linguaggi differenti. Il primo è stato quello del teatro. Il Teatrodaccapo di Romano di Lombardia – che ha condotto insieme agli animatori dell’Ufficio Pastorale Età Evolutiva tutto l’evento – ha messo in scena un dialogo per reinterpretare la storia del mago di Oz. Dorothy e compagni accompagneranno tutti gli oratori durante il prossimo Cre in un’avventura in cui scopriranno non solo l’importanza dell’accettare se stessi, ma tutto un mondo emotivo che li porterà a credere nelle proprie capacità, a superare i limiti e ad accettare, accogliere e valorizzare ogni emozione.

Da questo spunto si è entrati nel vivo del percorso delle emozioni con una coreografia che, attraverso dei palloncini colorati, è andata a ricreare un cuore sull’altare della chiesa Ipogea: un’immagine che, a colpo d’occhio, è stata subito impressa nella memoria di tutti i presenti.

Il secondo linguaggio utilizzato lungo la presentazione del CRE è stato quella della testimonianza. Alternati dalle esibizioni di L.A.D. (Laboratorio Accademico Danza di Montecatini Terme), gli animatori dell’U.P.E.E. hanno preso per mano gli adolescenti con dei racconti legati al proprio vissuto di CRE, ma non solo. Si è passati dalla rabbia provata di fronte all’ipocrisia o all’ingiustizia alla meraviglia di riscoprire il proprio papà sotto una luce diversa grazie a una gita in montagna, per poi arrivare alla gioia dei traguardi raggiunti o della scoperta di sentirsi amati incondizionatamente.

L’affondo sulle paure: emozioni senza “interruttore”

Il viaggio nel mondo delle emozioni si è concluso con la tappa sulla paura: uno step d’obbligo nel mondo emotivo. Di tutte le emozioni che ci vengono in mente quando pensiamo al C.R.E., forse la paura è quella che arriva sempre per ultima. Come è giusto e bello che sia, i primi ricordi sono gioiosi, carichi di entusiasmo e ricchi anche della gratitudine nei confronti di chi ci ha donato un po’ del suo tempo.

Eppure, la paura non ha un interruttore: non è che, arrivata l’estate, si spegne e si fa viva settembre alla prima interrogazione o alla prima gara della stagione. Anche questa emozione abita non solo il CRE, ma anche la vita, e come tale è stata approfondita dagli animatori U.P.E.E. tramite un confronto tra i loro stessi da adolescenti e i loro stessi di oggi. Tutto ciò ha messo in luce come anche dei momenti di buio dettati dalla paura abbiano un potenziale di crescita potente e anche come il CRE sia effettivamente un “pezzo di vita” vera.

Anche il Vescovo Francesco ha raccontato le sue paure di fronte agli adolescenti. “Di cosa può aver paura un vescovo? Di tante cose -ha sottolineato monsignor Beschi-.  In particolar modo ho paura della tempesta che si scatena nel momento in cui si riscontra un problema. Ho paura di non essere capaci a gestirla, di non essere all’altezza della situazione e di lasciarmi travolgere. In questi anni, però, ho imparato che il coraggio non è l’assenza della paura, ma la forza e il desiderio che ti spingono a superarla. Nella vita si possono vivere tante paure è vero, ma dobbiamo ricordarci sempre della potenza della fede e del bene che ci vogliono le persone al nostro fianco”.

Al CRE e nella vita di tutti i giorni: “Amate!”

Al termine delle testimonianze ha preso parola lo psicologo Ezio Aceti regalando un consiglio semplice e chiaro, ma non così facile da mettere in pratica: “Amate!”. In un CRE dedicato alle emozioni, questo consiglio può sembrare preconfezionato, eppure è la chiave per vivere al meglio il “Batticuore” che ci aspetta. Un passaggio di cui occorre essere pienamente coscienti e consapevoli. “Se volete diventare delle persone in gamba -ha detto il professore rivolgendosi agli adolescenti- vi consiglio tre allenamenti: amare tutti, amare sempre e amare per primi. Quando si ama lo si deve fare incondizionatamente. Non importa se l’altro è bello o antipatico, non conta se quel giorno non ho voglia e non vale nemmeno nascondersi dietro ai pregiudizi. Questi tre allenamenti vanno eseguiti tutti i giorni per diventare liberi”.

Dopo le parole del dottor Aceti, la conclusione è stata affidata nuovamente al Vescovo. Augurando buon CRE a tutti gli animatori, ha consegnato loro un mandato: “Abbiate un cuore tenero per vivere a pieno questo ‘Batticuore’, per abbracciare il mondo. La tenerezza è la via per valorizzare tutte le emozioni e relazionarsi con l’altro”. Sarà un CRE da Batticuore a partire da ciascuno: agli animatori il compito di guidare i più piccoli in ogni battito d’estate ricco di emozioni e occasioni di crescita in un contesto che va verso la normalità.