Up to You: un festival teatrale per i giovani under 25. Un’occasione per imparare facendo

Guardare al presente con occhi consapevoli. È il messaggio che vuole promuovere la terza edizione di Up to you, festival teatrale promosso dall’Assessorato alla cultura di Bergamo, in collaborazione con il comune di Brusaporto e il comune di Scanzorosciate, che si svolgerà dal 18 al 22 maggio.

A renderlo possibile, la sinergia fra Qui e Ora Residenza Teatrale e Direzione artistica partecipata under 25. «Il festival è rivolto soprattutto ai ragazzi e alle ragazze sotto i 25 anni – spiega Francesca Albanese di Qui e Ora Residenza Teatrale –, affinché, già in giovane età, possano abituarsi a una forma di teatro partecipato, differente rispetto a quello che, di solito, studiano a scuola. Anche per questo, quest’anno, abbiamo deciso di allargare il festival alla provincia bergamasca (Scanzorosciate e Brusaporto), in modo da poter toccare il maggior numero di luoghi e contagiare, in modo virtuoso, non solo gli spazi pubblici del capoluogo».

Un appuntamento, quello di Up to you (che fa parte di Risonanze Network), in cui si apprende facendo: «“Imparare facendo” è il motto del progetto perché crediamo che, nel fare e, soprattutto, nel fare assieme, si possa andar oltre la mera teoria – afferma Albanese –. Del resto, i mesi che precedono il festival li occupiamo con corsi di formazione, affinché la cittadinanza possa davvero comprendere cosa si nasconda dietro l’organizzazione di un evento culturale: il perché sia stato ideato, le risorse economiche necessarie, ambientazione, obiettivi e piano comunicativo, insomma tutto ciò che ha a che fare con i desideri e, se così si può dire, il reale stato delle cose. Questo percorso, alla fine, si incarna, ovviamente, in tutti quegli aspetti che, in un certo senso, trascendono lo spettacolo, come, per esempio la logistica o la vendita dei biglietti. Il vero leitmotiv di quest’anno, comunque, è quello di saper guardare e saper guardarci nel tempo presente, attraverso vari linguaggi e stili, capendo, così, quali siano i temi e problemi fondamentali del contemporaneo che stiamo vivendo, una realtà estremamente complessa che, per nessun motivo, deve essere semplificata, bensì portata alla luce con tutte le sue contraddizioni».

Tre (su 200, arrivati da tutta Italia) gli spettacoli selezionati dalla Direzione artistica partecipata under 25: «Bozzoli» (Créature Ingrate), che racconta la nuova vita di Rita che, per mantenere la propria autonomia economica, diventa sex worker digitale, «Topi» (Usine Baug) che, attraverso la sovrapposizione di reale e immaginario, narra i fatti del G8 di Genova e «O» (Lost Movement), sulla necessità di ricercare la propria identità.

Scelti da Residenza Teatrale gli altri tre: «Gli altri» (Corps Citoyen), che rivela il paternalismo coloniale nascosto nel mondo del teatro, «Under the flesh» (Bassam Abou Diab), performance di danza contemporanea, e «Il labirinto», ad opera di Teatro dell’Argine, in cui ogni partecipante, dotato di un visore per la realtà virtuale, potrà guardarsi attorno e esplorare luoghi diversi, interagendo con persone e cose.

Oltre a un critical mass (da via Ghislanzoni a via Daste e Spalenga) e un aperitalk, ad Up to you prenderà pure vita un percorso di formazione all’insegna di interculturalità, multiculturalità e antirazzismo («Come Together») e pure la costituzione di una redazione («REdazione Meticcia») composta da ragazzi under 30 (con differenti culture di origine) che saranno guidati da Luca Lòtano, giornalista pubblicista che collabora con la testata online «Teatro e Critica».

«La parola chiave di quest’anno è senza ombra di dubbio “sguardo” – dice Valeria Tacchi di Direzione artistica partecipata under 25 –. Uno sguardo che deve essere sempre volto verso l’altro, attraverso rispetto e cura. E ciò non può che realizzarsi mediante la comunità e grazie a un linguaggio inclusivo. D’altronde, anche il mondo della cultura nasconde numerosi pregiudizi: ci preme scardinarli, proponendo un teatro diverso, più vicino ai giovani, di formazione, che possa andar a plasmare i cittadini di domani. Un teatro di valore, dinamico, che non sia solo passatempo, ma, soprattutto, impegno e riflessione, occasione di scambio e crescita».

Un festival che si prefigge di innovare la modalità di fruizione della cultura: «Spingere i giovani a partecipare in modo attivo (attraverso il loro corpo e le loro idee) alla vita culturale del loro territorio significa suscitare in loro domande che vanno poi al di là delle solite risposte preconfezionate – afferma Albanese –. Questo è fondamentale per la strutturazione della loro coscienza critica. Il nostro desiderio più grande e la nostra speranza è che tutto questo lavoro che stiamo facendo abbia una continuità, affinché ci possa essere un futuro in cui la cultura abbia il potere di influenzare opinioni e motivare atteggiamenti e comportamenti. Affinché la cultura possa tornare a incidere sulla visione che ognuno di noi ha del mondo».

Per info: www.quieoraresidenzateatrale.it