Il lato spirituale del Cre: “Le emozioni come parte integrante della fede”

Batticuore come titolo, Batticuore come modo per esplorare il mondo, Batticuore come incontro con sé, gli altri e Dio. L’obiettivo del Cre-Grest 2022 “Batticuore – Gioia alla tua presenza” può essere riassunto così: il desiderio di mettere al centro il vissuto emotivo valorizzandolo a pieno. Vivere in modo sano le proprie emozioni è un passaggio cruciale per costruire il proprio essere e interfacciarsi al meglio con il mondo. Il proprio vissuto emotivo gioca un ruolo importante anche dal punto di vista spirituale, nonostante – evidenzia don Claudio Avogadri, teologo della diocesi di Bergamo – tutto ciò sia sempre risultato come un ospite complesso da gestire.

Le emozioni e la sfera spirituale

Essendo percepite come una parte del sé di difficile controllo perché intangibili e volatili, le emozioni sono sempre state condizionate da una sorta di dominio di sé per quanto riguarda la dimensione spirituale. In un Cre-Grest interamente basato sulle emozioni, ci si chiede come il vissuto emotivo possa essere valorizzato nonostante la complessa gestione da parte del cristianesimo. In tal senso, don Claudio Avogadri ha collaborato alla stesura dell’approfondimento tematico legato alla spiritualità sottolineando come alfabetizzare alle emozioni sia una missione da cui la Chiesa non possa tirarsi indietro.

“Le emozioni sono sempre state percepite come un ospite complesso perché sono quella parte di noi che è difficile gestire -spiega don Avogadri-. Di fronte a questa complessità, il cristianesimo ha reagito proponendo il dominio di sé. Il tentativo era di riuscire a controllare il nostro magma interiore, ma ci ha esposto a dei rischi. Se questa risposta non ci ha impedito di raggiungere vette spirituali straordinarie, il pericolo di una spiritualità alienante è sempre stato dietro l’angolo. Questo perché si spaccava l’individuo in due in un percorso di fede in cui tutto doveva essere incanalato in una visione d’insieme retta dalla ragione”.

Una spiritualità integrata

Dal rischio dell’impoverimento dell’esperienza cristiana, però, negli ultimi anni si è passati a una nuova visione del vissuto emotivo. Si riaccoglie il vissuto profondo di ciascuno per praticare una nuova strada: l’integrazione. “Integrando il vissuto emotivo si profila un’esperienza di fede riconciliata -dice don Avogadri-. Oggi alfabetizzare alle emozioni e conoscere quelle altrui è un servizio che possiamo fare per tutti i ragazzi, ma anche per ciascuno di noi. Incontrando la parte più profonda di noi viviamo un’esperienza di Dio. La Chiesa è chiamata a declinare in missione questa intuizione. Occorre darsi da fare perché nelle nostre azioni si svolga un’educazione a questo vissuto: ne va dell’annuncio di fede”.

Il Cre-Grest è solo il primo passo

In tal senso, il Cre-Grest diventa letteralmente un’occasione straordinaria. Lì ci si impregna di vita e del vissuto emotivo che le giovani generazioni portano con sé. È una prova sul campo a cui non si può mancare. “Il Cre-Grest ci permette di impratichirci nell’arte di risvegliare il vissuto profondo di ciascuno -conclude don Avogadri-. Lo dobbiamo al senso dell’educazione alla vocazione. Permettere ad ogni ragazzo di accedere all’autenticità di sé per guidarlo all’incontro con sé stesso è uno dei più grandi servizi che possiamo fare come Chiesa. Scopriamo quali sono i nostri colori per edificare una Chiesa variopinta e capace di stare in questo mondo in maniera riconciliata e propositiva nel senso più missionario del termine”. Così facendo il Cre-Grest sarà una rampa di lancio verso a sfide sempre più avvincenti, sempre più vicine al mondo e al vissuto dei giovani grazie anche a quell’ospite complesso che impareremo a conoscere.