Cre, pronti, via. Gli animatori: “È bello mettersi a servizio degli altri e prendersi cura dei più piccoli”

È un’attesa febbrile. Dove le emozioni nascono dall’intreccio fra ricordi e speranze. Gli animatori non vedono l’ora di ricominciare il CRE. Lo scorso 8 maggio si sono riuniti in Seminario per assistere all’evento diocesano di presentazione del tema dell’estate. Nei loro oratori in queste settimane si stanno dedicando alla formazione e all’organizzazione per arrivare pronti ad accogliere in oratorio bambini e ragazzi.

“Sento l’avvicinarsi del CRE perché sono iniziate le riunioni, gli incontri di formazione e perché con l’arrivo del primo caldo i ricordi riportano subito all’oratorio – racconta Grazia Cortinovis, dell’oratorio di Cepino-Selino, in Valle Imagna -. Dal Cre di quest’anno mi aspetto grande entusiasmo: arrivare a casa stanca, appiccicaticcia e felice, ma soprattutto di tornare a fare le cose un po’ più in grande e a condividere un po’ più da vicino. Il CRE ha caratterizzato tutte le mie estati: è un ricordo e un presente colorato, ricco di emozioni positive. Nei giorni scorsi un bambino mi ha chiesto contentissimo se anche quest’anno sarei stata sua animatrice al CRE: l’emozione che questa domanda suscita in me è un misto tra gioia e gratitudine, che insieme al mettersi a servizio, credo possano essere gli ingredienti segreti per un ottimo CRE”. 

Ho imparato a essere più responsabile e a coltivare la gratitudine”

Tanti gli insegnamenti donati dall’esperienza di essere animatore. “Mi ha insegnato a prendermi cura dei bambini, degli altri animatori, di me stessa; ad essere responsabile e a coltivare un sentimento di gratitudine; a non dare nulla per scontato e ad apprezzare tutto ciò che in questo contesto si dona, in modo gratuito”.

“Sarà un mese esplosivo ma gratificante”

È così anche per Ambra Capelli, anche lei coordinatrice in Valle Imagna. “Vivo l’attesa del Cre in maniera positiva, consapevole che sarà un mese esplosivo, impegnativo a livello di energie e forze ma gratificante da tutti i punti di vista. Il CRE non delude mai! Fare l’animatore mi ha insegnato a creare e coltivare le relazioni e i rapporti con bambini e ragazzi di tutte le età e a collaborare e avere scambi di idee con chi condivide con me questa esperienza. Mi ha insegnato anche che far sorridere e far divertire gli altri vale tanto e fa stare bene anche te”.

Tanta l’attesa anche per il tema di quest’anno.

“Penso che il CRE sia tutta un’emozione, quindi non c’è tema più azzeccato! Durante una giornata di Cre puoi vivere tutte quante le emozioni: la gioia di essere in gruppo con il tuo migliore amico, la tristezza di aver perso un gioco, la rabbia perché l’altra squadra non ha rispettato le regole, la paura di non essere all’altezza di affrontare una sfida”.

È alla prima esperienza da animatore maggiorenne invece Michele Marchetti, di Cologno al Serio. “Vivo l’attesa del CRE con tranquillità perché stiamo facendo un’ottima preparazione – racconta -, ma essendo il primo anno da maggiorenne non manca un po’ di ansia perché mi chiedo se sarò all’altezza del ruolo che mi hanno affidato.

Mi aspetto un CRE ricco anche in virtù del fatto che stiamo uscendo dalla situazione di emergenza e quindi mi aspetto un CRE più… CRE”. Tanti gli insegnamenti tratti dagli scorsi anni, come le attese per il prossimo. “Fare l’animatore al CRE mi ha insegnato a mettermi in gioco e prendermi le mie responsabilità, ma anche a fare squadra perché da solo un CRE non può andare avanti.

Mi ha insegnato a trovare sempre le forze di dare il massimo in ogni situazione, anche quando sei all’ultima settimana con le batterie scariche. Il CRE è il posto dove si scoprono le emozioni, ci si guarda dentro durante i “time out” guidati dagli animatori e le si sperimenta nei giochi, nei tornei e nelle attività proposte: non ci sono solo le emozioni belle, anche quelle negative fanno parte del gioco.

Esistono i litigi e le incomprensioni ma una cosa che mi ha sempre stupito è il fatto che a volte basta davvero poco per cambiare le cose e trasformale il brutto in bello”.

“Ho imparato a stare con i miei coetanei, a condividere gioie e fatiche

Chiara Raffaini, 17enne di Cologno, descrive la sua attesa parlando di “emozione”, “curiosità” e “trepidazione”. “Fare l’animatrice al Cre mi ha insegnato molte cose. Mi ha fatto diventare molto più responsabile perché ho dovuto e dovrò prendermi cura dei bambini pensando a cosa fosse e sia “bene” e “giusto” per loro. Alcune volte ho dovuto anche rendermi “antipatica” rimproverando quando sbagliavano e spiegando loro il perché. Mi ha insegnato anche a stare con i miei coetanei e non, a condividere con loro la gioia, l’ansia e la paura. Penso che il tema delle emozioni con il Cre sia proprio centrato, ogni giorno al Cre provi tantissime emozioni: dalla gioia per una gita in un posto “fantastico” e dallo stupore per un paesaggio naturale, alla rabbia e alla delusione per una sfida persa o per un litigio con un compagno”.

“Anche solo l’esperienza del CRE è un’emozione, a partire dal pensare, preparare e partecipare al CRE -racconta invece Roberta Acerbis, coordinatrice dell’oratorio di Alzano -. Infatti quello che facciamo, troviamo e creiamo al CRE non lo troviamo in nessun altro posto, perché per esempio non c’è mai un momento di pausa: anche durante la pausa pranzo ci sono i bambini che ti fanno domande o ti chiedono aiuto, oppure gli altri animatori che ti parlano della loro scuola o ti chiedono consigli, oppure ancora gli altri coordinatori che parlano della loro vita o del loro lavoro. Insomma, non ci si ferma mai, perciò in ogni momento vivi le emozioni più diverse, dalla gioia perché un bambino è felice di aver finito i compiti alla momentanea tristezza perché in quella giornata tutta la squadra ha perso, per poi subito dopo passare al conforto perché siamo tutti insieme e soprattutto felici di aver passato la giornata insieme e comunque divertendoci. Proprio per questo anche solo pensare all’esperienza del Cre vissuta negli scorsi anni fa provare nostalgia per tutti i bei ricordi creati in quel mese, felicità per i rapporti che si sono instaurati durante quel momento e continuano a perdurare, aspettativa per i nuovi ricordi, esperienze e amicizie che si solidificheranno o nasceranno sicuramente anche quest’anno”.