La papessa Giovanna. Una storia che emerge dalle ombre del Medioevo

Il consiglio di lettura della Biblioteca diocesana del Seminario riguarda il saggio “La papessa Giovanna. I testi della leggenda (1250-1500)” di Agostino Paravicini Bagliani, Edizioni del Galluzzo 2021.

Si tratterebbe di un papa, o piuttosto di una papessa, perché era femmina, e, simulando di essere uomo, per l’acutezza del suo ingegno divenne prima notaio della curia, poi cardinale e infine papa.

La copertina del volume

Questa notizia, tràdita dalla cronaca universale di Metz composta da Giovanni di Mailly tra il 1250 e il 1254, insieme ad altre due opere, composte nella seconda metà del XIII secolo, fa parte delle più antiche notizie riguardanti l’esistenza di un papa donna, la Papessa, com’è ancora oggi conosciuta, che, secondo la leggenda e la tradizione letteraria, sarebbe salita al soglio pontificio intorno alla metà del IX secolo d.C., dopo il pontificato di Leone IV (847-855).

Di questo argomento, indubbiamente, di grande interesse, che appassiona e coinvolge da sempre un vasto pubblico tra storici e cultori della materia, tratta il volume del prof. Agostino Paravicini Bagliani intitolato “La papessa Giovanna. I testi della leggenda (1250-1500)”. Il Bagliani, presidente della Società internazionale per lo studio del medioevo latino (SISMEL) e già professore ordinario di storia medievale presso l’Università di Losanna, si immerge in una ricerca ricca ed esauriente (anche se lo stesso autore ammette che «nella ricerca storica l’esaustività è un fine difficilmente raggiungibile», soprattutto per la cronachistica), un’impresa di collazione delle opere contenenti le notizie sulla leggenda, un’immersione nella loro tradizione manoscritta, ponendo l’attenzione non solo – e questo è il vero valore aggiunto – sullo studio dei testi, bensì anche sugli accorgimenti grafici adottati dai copisti per trattare la notizia della papessa, oltre alle interpolazioni, agli interventi di censura e alle annotazioni marginali, insomma attraverso tutte quelle informazioni di natura codicologica presenti sui vari manoscritti. Un tale lavoro di attenzione non soltanto al testo, ma anche al contesto codicologico ed editoriale, che permette di mettere in luce la diffusione testuale e materiale della leggenda, non sarebbe stato possibile senza l’ausilio dei moderni strumenti di ricerca delle più grandi biblioteche del mondo, che mettono a disposizione il loro patrimonio librario manoscritto mediante portali in cui è stato fatto confluire il lavoro di digitalizzazione del materiale.

La notizia che ha permesso la maggior diffusione della leggenda del papa donna è quella presente nell’opera “Chronicon pontificum et imperatorum” di Martino Polono, in particolare nella terza versione elaborata dal domenicano nell’anno 1277; in questa elaborazione della leggenda, delle quali dipendono, direttamente o indirettamente, 109 delle 111 testimonianze raccolte nel testo dal prof. Paravicini Bagliani, la papessa viene così introdotta: Giovanni, di nazione inglese, Margantino, resse il pontificato per due anni, cinque mesi e quattro giorni. Morì a Roma e il papato rimase vacante per un mese. Fu, a quanto si dice, una donna.

Le versioni più antiche e la tradizione letteraria della leggenda, i dubbi sul nome e titolo al maschile e la provenienza della papessa, il termine di dubbia traduzione “Margantinus” (variante filologicamente difficilior rispetto a “Maguntinus”), la collocazione cronologica e la durata del pontificato, il parto della papessa sono solo alcuni degli aspetti trattati con rigore dal Presidente della SISMEL, corredati, nella parte finale del libro, da 124 illustrazioni che danno prova della presentazione grafica, nei codici, di questo straordinario nuovo pontificato. Un’opera rigorosa, impeccabile e innovativa nell’impostazione e nel metodo di ricerca e di presentazione dei risultati, ma anche piacevole e assai interessante, da gustare con la lettura dei testi della tradizione, presentati in lingua originale e in traduzione.

Andrea Capelli