I santuari come luoghi di frontiera. A Stezzano una casa per i “ricomincianti”

Cesarina, Alejandro e don Flavio del servizio di Primo Annuncio al Santuario di Stezzano

I santuari sono luoghi di frontiera. Papa Francesco li ha definiti più volte come “porte per la nuova evangelizzazione”. Sono posti in cui ognuno può sentirsi a proprio agio, anche se da tempo si è allontanato dalla fede, ma sente in un angolo del cuore il desiderio di “ricominciare”.

Questa atmosfera accogliente si avverte subito entrando dal cancello del Santuario della Madonna dei Campi di Stezzano. Circondato dal verde, è immerso nella quiete e nel silenzio anche se poco più in là – a una manciata di chilometri di distanza – si trovano la città, l’autostrada, una densa zona industriale. Domenica 29 alle 16 il vescovo monsignor Francesco Beschi si fermerà proprio qui per celebrare il rosario nell’ambito del suo pellegrinaggio pastorale nella Cet 13.

All’interno della chiesa c’è sempre qualcuno raccolto in preghiera, sulle panchine del giardino piccoli gruppi di persone si soffermano a chiacchierare. Qui si trova anche la base operativa del Servizio diocesano per il Primo Annuncio, nato nel 2019 per “valorizzare e sostenere lo sforzo delle parrocchie e della comunità cristiana intera nel primo annuncio come metodo pastorale di prossimità e che offre compagnia e speranza a tutti, anche a coloro che non credono o non vivono la pratica religiosa, soprattutto nei “luoghi” del quotidiano”.

Il Servizio da tempo sperimenta forme diverse di evangelizzazione: “Siamo partiti – sottolinea don Flavio Bruletti, responsabile del Servizio e collaboratore pastorale della parrocchia di Stezzano – incontrando i passanti il sabato sera in via Colleoni in Città Alta con i giovani de “La luce della notte”, esperienza “di strada” che continua da diversi anni. Per dare seguito a questa azione abbiamo poi messo a punto cammini originali per accompagnare coloro che dopo il primo contatto desideravano intraprendere un percorso di riflessione e approfondimento. Sono dedicati a chi è alla ricerca di un senso più profondo, si pone domande, si riavvicina alla fede”.

“Al centro di queste esperienze c’è sempre la testimonianza personale” chiarisce Cesarina, membro dell’équipe del Servizio, consacrata dell’ordo virginum. Da qualche anno vive all’interno del santuario in una casa dove vengono accolte anche altre persone che desiderano cimentarsi in un’esperienza di fraternità dedicandosi a questa “missione quotidiana” di primo annuncio.

L’idea di fondo, come spiega Alejandro, di origine argentina e stezzanese di adozione, papà di 5 figli, è “raccontare come l’incontro con Gesù ha cambiato la nostra vita”, mostrando quanto possa rivelarsi appassionante l’esperienza della fede, capace di rinnovare profondamente lo sguardo sul mondo. “Quando sono arrivato in Italia, alla fine degli anni Novanta – racconta Alejandro – mi sono accorto che nella mia comunità c’era chi partecipava ai riti e alle iniziative per tradizione o per abitudine più che per autentica convinzione. Ho capito che avevo bisogno di qualcosa di più, e per questo sono stato felice di unirmi all’équipe di Primo Annuncio”.

L’équipe, formata attualmente da cinque persone, ha messo a punto il percorso originale dei “Cercatori di Dio”, studiato su misura per chi, come spiega don Flavio “si è allontanato dalla fede per mille cause diverse: per pigrizia, a seguito di una delusione, oppure respinto da eccessive rigidità. Per queste persone ricominciare a credere significa prendere in mano la propria storia, il proprio passato, sanare le ferite, comprendere da capo le ragioni della fede conquistando freschezza e libertà nuove, con la speranza di aprire un orizzonte diverso per la vita futura”. Il progetto è il frutto di un attento lavoro di ricerca messo in atto confrontandosi con esperienze affini in Francia, dove quello dei “ricomincianti” è già un cammino consolidato. Si basa su pratiche semplici, come l’ascolto della Parola, la testimonianza, il dialogo. Si fonda sulle relazioni tra le persone. “È un cammino da pellegrini – sottolinea don Flavio – che inizia a livello diocesano qui al Santuario di Stezzano. Ma ci auguriamo che in futuro possa diffondersi sempre di più sul territorio, fino a trovare casa anche nelle singole parrocchie. Sarebbe bello poter offrire accoglienza ovunque a chi vuole ricominciare a credere. Questi percorsi, fra l’altro, possono offrire nuova linfa anche alle comunità che li ospitano”. Per informazioni cercatorididio.bg@gmail.com.